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Er Patata, l'ultimo contatto sul telefono giovedì: aveva aperto Whatsapp alle 21

C'è un fascicolo aperto e si indaga per morte come conseguenza di altro delitto. Chi ha incontrato l'attore?

Er Patata, l'ultimo contatto sul telefono giovedì: aveva aperto Whatsapp alle 21
Er Patata, l'ultimo contatto sul telefono giovedì: aveva aperto Whatsapp alle 21
di Camilla Mozzetti
Articolo riservato agli abbonati
Lunedì 6 Giugno 2022, 00:37 - Ultimo agg. : 19:56
4 Minuti di Lettura

L’ultimo collegamento su Whatsapp c’era stato nella serata di giovedì, intorno alle 21. Poi il silenzio anche se quel cellulare non ha smesso di squillare neanche quando nell’appartamento erano già in corso i rilievi della Scientifica. Com’è morto Roberto Brunetti, conosciuto da tutti con il soprannome di “er Patata”?. L’ipotesi più attendibile è che a stroncare l’attore, caduto in disgrazia, sia stata un’overdose. Droga dunque, all’origine del decesso, la stessa con cui il 55enne, faceva i conti, a fasi alterne, dal lontano 2009. Oggi verrà conferito l’incarico per eseguire l’autopsia mentre si attende un nuovo sopralluogo nell’appartamento di via Arduino, pochi passi dall’ autostazione dei bus della Tiburtina, dove Brunetti è stato trovato senza vita la sera di venerdì, poco dopo le 22 anche se il decesso risalirebbe ad almeno un’ora prima. 

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L’ex compagna ed alcuni parenti non sentendolo da un giorno intero hanno chiamato i soccorsi: la porta era chiusa dall’interno così è stato necessario l’intervento dei vigili del fuoco che l’hanno sfondata. Quando gli agenti del commissariato Salario-Parioli insieme al personale delle volanti di San Lorenzo sono entrati nell’appartamento la luce era accesa mentre Brunetti, ormai senza vita, si trovava sul letto, supino, coperto solo da un lenzuolo. Proprio quella luce accesa lascerebbe supporre che il decesso sia avvenuto tra le 19 e le 22.


LA SCENA


L’appartamento si trova in un vecchio condominio di case popolari e nonostante sia al terzo piano la luce filtra con difficoltà anche se fuori è ancora giorno. Sul tavolo la polizia ha trovato delle tracce di cocaina e due bustine contenenti dell’erba che però dovrà ancora essere analizzata, in quanto il narcotest non è stato eseguito nell’immediato. Si presume sia hashish ma questo non uccide. Non è escluso che, considerati i residui di polvere bianca, Brunetti abbia assunto della coca tagliata male, si sia steso sul letto e sia morto di overdose.

 

L’appartamento non era a soqquadro, non c’era radio o televisione accesa, solo la luce. Ma non si può escludere ad esempio che nel pomeriggio qualcuno sia entrato magari per recapitare proprio quella cocaina. Motivo per cui sarà dirimente l’analisi sul cellulare sequestrato alla vittima. 


La parabola di “Er Patata” che proprio per i guai avuti con la droga - arrestato più di una volta mentre acquistava cocaina e trovato con dei panetti di hashish a casa nel 2017 - ricorda la triste vicenda di Libero di Rienzo. All’epoca lo stupefacente della “morte” fu l’eroina e il pusher che gliel’aveva venduta e che fu trovato dai carabinieri anche grazie all’analisi del cellulare, è ora a processo.

Ma con chi si era visto Brunetti venerdì? Chi gli aveva scritto o telefonato? La Procura ha aperto un fascicolo per morte come conseguenza di altro delitto. Alcuni condomini ricordano di averlo visto uscire di casa al mattino «ma qui è un po’ un porto di mare», dice un vicino. Brunetti abitava in quel condominio popolare da un anno circa, sua figlia - nove anni appena - passava molto tempo con lui. Dopo aver chiuso la sua carriera cinematografica, “Er Patata” aveva provato a reinventarsi, tornando a fare il pescivendolo come da ragazzo. Ma l’attività non andava bene, così come lui stesso dichiarò nel corso di un’intervista televisiva, viveva con il reddito di cittadinanza. 


LE INDAGINI


Da qualche mese faceva l’oste in un ristorante di piazza San Cosimato, a Trastevere e proprio dal locale venerdì hanno iniziato a preoccuparsi non vedendolo arrivare. Che Brunetti potesse spacciare dentro casa o conservare ingenti quantitativi è probabilmente da escludere vista la presenza quasi costante della figlia. Ad ogni modo la scena è stata “incapsulata”: tutto ciò che c’era dentro a quell’appartamento, farmaci compresi, è stato sequestrato e a breve verrà svolto un nuovo sopralluogo dagli agenti del commissariato Porta Pia a cui Salario-Parioli ha trasferito gli atti essendo territorialmente di sua competenza. Altri accertamenti verranno svolti anche nel ristorante e tra i dipendenti che vi lavorano.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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