Roma, condannato un finto medico sessantenne che visitava i pazienti all'Umberto I

L'ingresso del policlinico Umberto I
L'ingresso del policlinico Umberto I
di Marco Carta
Lunedì 25 Maggio 2020, 09:58
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Stetoscopio al collo e camice bianco. Grazie alla sua disponibilità era diventato il punto di riferimento del Day Hospital Ostetricia del Policlinico Umberto I. Su Twitter diceva di essere professore di fisiopatologia endocrina. Nella realtà, però, Ezio Micciarelli non era nemmeno laureato. Un finto medico che agisce indisturbato in uno dei più importanti ospedali italiani. Sembra impossibile, eppure è accaduto davvero, tanto che l’uomo lo scorso 12 maggio si è ritrovato a patteggiare una pena di un anno e quattro mesi per esercizio abusivo della professione medica, ricettazione e falso. 
Timbri ufficiali, camici da dirigente medico con microchip e blocchetti per le prescrizioni. Micciarelli per mimetizzarsi fra i 5mila dipendenti dell’ospedale aveva pensato proprio a tutto. Nato nel 1958, aveva abbandonato la facoltà di medicina da giovane, senza conseguire la laurea. Nonostante questo, per settimane, fino all’agosto del 2019, ha svolto consulenze endocrinologiche, almeno 10, aiutando donne in gravidanza alle prese con alterazioni ormonali della ghiandola tiroidea. «Si era presentato come endocrinologo consulente», ha raccontato agli inquirenti L.D.B., una delle ostetriche. «Ci dava una disponibilità notevole, anche troppa. Ogni consulenza veniva affidata a lui». Il finto medico, nonostante l’assenza di titoli, sapeva il fatto suo. Prescriveva terapie e farmaci, verificando il buon esito delle cure. 

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E nessuno ha mai nutrito dubbi sul suo conto. Dall’aprile del 2019, però, la sua presenza nel reparto si fa più sempre più assidua e pressante. E iniziano a nascere i primi sospetti. Diverse sono le segnalazioni che finiscono sul tavolo del mobility manager del Policlinico, Fabrizio Guglielmi, che allerta i carabinieri della stazione Macao.
È il 2 agosto quando i militari sorprendono Micciarelli all’interno del quinto padiglione. Inizialmente l’uomo dice di essere un medico. Poi, messo alle strette, vuota il sacco: «Non sono nemmeno laureato in medicina. Lo faccio per soddisfazione personale».

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Il finto medico viene accusato di ricettazione, perché il camice, i timbri e i moduli per le ricette erano stati smarriti da altri dipendenti dell’ospedale, e di falso, per aver contraffatto un badge del Policlinico, inserendo la sua foto al posto di quella del legittimo proprietario. Con questi strumenti, secondo la ricostruzione del pm Maria Sabina Calabretta, rappresentata in aula dal vice procuratore onorario Mario Pesci, Micciarelli ha esercitato «abusivamente la professione medica eseguendo numerose consulenze specialistiche endocrinologiche presso il Policlinico Umberto I. In particolare presso Ginecologia - Day Hospital Ostetricia», come si legge nel capo di imputazione. I fatti contestati vanno dal 18 luglio 2019, il giorno della denuncia, al 2 agosto. 
Ma la sua presenza in ospedale, come emerge dagli atti, sarebbe stata costante «da circa un anno». Che le consulenze del finto dottore non abbiano prodotto danni alla salute dei pazienti è quasi un miracolo. 
Marco Cart

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