Green Pass, D'Amato: «Serve la quarantena per chi arriva dai paesi dell'Est Europa»

Green Pass, D'Amato: «Serve la quarantena per chi arriva dai paesi dell'Est Europa»
di Mauro Evangelisti
Domenica 7 Novembre 2021, 10:29 - Ultimo agg. 10:33
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«Serve la quarantena per chi arriva da alcuni Paesi dell'Est Europa dove i numeri dei nuovi casi sono altissimi e la percentuale dei vaccinati bassa. Con Romania e Bulgaria l'Italia ha intensi rapporti, i lavoratori di quelle Nazioni sono impegnati nell'assistenza agli anziani, ad esempio. Non possiamo rischiare. E lo dico con spirito di collaborazione e con rispetto verso questi cittadini che svolgono lavori importanti».
Alessio D'Amato è l'assessore alla Salute del Lazio e ritiene che l'Italia debba fare attenzione perché l'incremento dei casi e dei ricoveri, ancora accettabile, non sfugga di mano proprio a Natale.

Green pass per spingere le terze dosi: il pressing delle Regioni


Sulle terze dosi però non è semplice aumentare la velocità delle somministrazioni. Le persone sono perplesse, disorientate. Così, però, rischiamo di trovarci, nelle fasi decisive, con milioni di italiani che hanno ricevuto la seconda iniezione più di sei mesi fa e dunque hanno una protezione ridotta.
«Ne ho parlato anche con il generale Figliuolo e lui è apparso molto interessato a una mia proposta.

Serve quello che io chiamo il Green pass intelligente. Oggi, quando presenti il Qr-code, compare sempre il colore verde se il tuo certificato è in corso di validità, anche se non ti sei presentato per la terza dose. Così, però, si sta consegnando un messaggio pericoloso a chi è stato vaccinato più di sei mesi fa. Facciamo una modifica al sistema, tecnicamente è semplice: deve apparire per queste persone il colore giallo, una sorta di ammonizione come nel calcio. Ti dice: attenzione, sei già stato vaccinato da più di sei mesi, è importante che tu vada a ricevere la terza dose. Oggi tutti pensano che la dose di richiamo vada fatta quando scade il Green pass, ma non è così. Con l'ammonizione si fa informazione, si manda un alert al cittadino».


Se entro un certo periodo di tempo il cittadino non va a ricevere il richiamo, allora va annullato il Green pass?
«La situazione epidemiologica attuale non lo rende necessario, è più importante intervenire con un'opera di convincimento. Se la situazione dovesse precipitare, però, anche quella potrebbe essere una soluzione. Dovrebbe però essere una scelta nazionale, del governo ovviamente. L'Italia fino ad oggi sta avendo conseguenze meno gravi, rispetto ad altri Paesi, dalla nuova ondata, perché ha vaccinato molto. Non disperdiamo quanto fatto: è importante, proprio in inverno, rinforzare la protezione dei primi vaccinati».


Ieri la Croazia, che ha due terzi degli abitanti del Lazio, ha avuto 7.000 casi in un giorno, vale a dire nove volte quelli della sua Regione. Numeri simili ci sono in Slovenia, ma anche in altri Paesi che hanno vaccinato poco come Romania e Bulgaria. Oggi con un semplice test antigenico si può viaggiare da queste nazioni fino a Roma. Non è preoccupato?
«Molto. Per questo ritengo che sia necessario un intervento rapido alle frontiere. Servono più controlli ma soprattutto serve l'obbligo di quarantena. Visto quanto sta circolando il virus in alcuni Paesi, vista l'alta percentuale dei No vax, non possiamo affidarci solo ai test antigenici».


Cosa pensa della decisione dell'Austria di disporre una serie di nuove limitazioni, per il ristorante o per lo sci, riservate solo ai non vaccinati?
«Il nostro obiettivo deve essere aumentare la copertura vaccinale e andare veloce con le terze dosi. Se faremo questo, potremo trascorrere un Natale più sereno di quello dello scorso anno e controllare meglio la quarta ondata. Certo, se dovessi essere posto di fronte alla scelta, come avviene in Paesi più indietro sulla vaccinazione (ad esempio l'Austria), di prevedere delle chiusure per tutti o solo per i non immunizzati, non avrei dubbi. Meglio limitazioni mirate per i non vaccinati, perché danneggiare interi settori economici chiudendo tutto, perché penalizzare chi invece si è vaccinato? Sia chiaro: l'Italia e il Lazio hanno una percentuale di vaccinati molto elevata, non siamo di fronte a questo scenario».


Il Lazio però oggi ha superato quota 800 contagi in un solo giorno. La sua Regione rischia il passaggio in giallo?
«Con questi dati non rischiamo, soprattutto se riusciremo a compiere uno scatto in avanti sulle terze dosi. Ma nessuno può escludere nulla. Sul numero delle infezioni: ci aspettavamo l'incremento, proseguirà, ma penso che a dicembre arriveremo al plateau e poi inizierà la discesa».

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