Scenografie maestose, pensate per richiamare l'antica Roma, celebrando la nuova. Allestimenti progettati per omaggiare l'ospite, tramite una accurata riproposizione di simboli. Poi, l'illuminazione, concepita per trasformare ogni piazza dell'itinerario ufficiale in una sorta di set: sette le postazioni con macchine da presa e riflettori. Sono trentotto le fotografie inedite dei preparativi per la visita istituzionale di Hitler a Roma, scattate a maggio 1938 da Maceo Casadei ed Edoardo D'Accurso, che sono state ritrovate e restituite all'Archivio Luce dal Nucleo Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale di Roma.
SEGRETI Un vero tesoro - i negativi, infatti, mancano - che consente di ricostruire una pagina importante della storia del Paese, tra momento e ideologia, rivelando segreti e suggestioni del dietro le quinte.
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Oggi, a sorprendere sono proprio gli scatti, rinvenuti, nell'album originale, all'Aquila, presso l'abitazione di un collezionista, che li aveva messi in vendita online, con altri documenti archivistici illecitamente sottratti a più Archivi storici dell'Italia centrale. Sequestrato a maggio 2020, l'album è stato restituito all'Archivio storico Luce a Cinecittà, dove le foto sono state digitalizzate. «Il ritrovamento - afferma Chiara Sbarigia, presidente Cinecittà - è particolarmente importante per l'Archivio Luce, perché proviene dal periodo degli anni Trenta, per cui l'Archivio è tutelato nel Registro Memory of the World dell'Unesco, come fonte eccezionale del racconto di dittatura e propagande».
LA SCOMPARSA Non è possibile risalire alla data della scomparsa delle immagini. «Alla fine della Seconda Guerra Mondiale, ci sono stati molti trasferimenti di materiali - dice Enrico Bufalini, direttore Archivio Luce - non è chiaro quando questi siano spariti. Per il viaggio di Hitler ci sono più filmati. Le foto spesso nascondono dettagli che nei filmati, sottoposti a montaggio, non si vedono. Saranno studiate, poi faremo una mostra». Il rinvenimento si fa anche misura dell'ampio mercato illegale di materiali archivistici. «È imponente - spiega il capitano Francesco Nicolò Pirronti, comandante Nucleo Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale di Roma - pari per quantità a quello archeologico. Al primo posto ci sono i libri storici. L'album è stato ritrovato insieme a migliaia di materiali provenienti da altri archivi storici». E ora si spera in nuove sorprese. «In archivio ci sono altre lacune, mancano alcuni cinegiornali - dichiara Bufalini - ritrovamenti come questo fanno ben sperare».