Lazio, D'Amato: «Vaccini senza prenotare e a marzo in zona bianca. Novavax? Non se ne hanno più notizie»

L’assessore alla Sanità del Lazio: «Entro due settimane drastica riduzione dei contagi». «Il giallo di Novavax, non abbiamo più notizie del farmaco e io ho allestito 15 hub»

D'Amato: «Vaccini senza prenotare e a marzo Lazio in zona bianca. Novavax? Non abbiamo più notizie»
D'Amato: «Vaccini senza prenotare e a marzo Lazio in zona bianca. Novavax? Non abbiamo più notizie»
di Francesco Pacifico
Lunedì 7 Febbraio 2022, 22:31
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Assessore Alessio D’Amato, il Lazio, ora in giallo, quando tornerà in zona bianca?
«Io credo che avremo il cambio di colore a marzo. Ma già nelle prossime due o tre settimane registreremo importanti cambiamenti sul fronte della pandemia. Mi sembra che il percorso sia abbastanza tracciato».

Già tracciato?
«Sì, devono crearsi delle condizioni, ma già oggi stiamo vivendo una situazione diversa rispetto a qualche settimana fa, con un’inversione di tendenza nella curva del Covid (ieri i nuovi casi nel Lazio erano 5.313, sette giorni fa oltre 11mila, ndr). Nel giro di un paio di settimane avremo una riduzione sostanziale dei contagi, poi sarà la volta di una minore pressione sugli ospedali e, solo dopo purtroppo, un calo di pazienti che muoiono nelle terapie intensive. C’è sempre, su questo fronte, uno slittamento di due tre settimane. A marzo registreremo numeri nella norma anche sull’incidenza. In ogni caso, non siamo destinati a tornare in zona arancione, come paventa qualcuno».

Che cosa farete per accelerare questo percorso?
«La strada è sempre quella della vaccinazione, con il booster.

Abbiamo fatto 13 milioni di somministrazioni, ma dobbiamo accelerare ancora: per questo da domani permetteremo ai cittadini, che vogliono vaccinarsi, di presentarsi agli hub nel pomeriggio senza prenotazione».

Quando arriverà Novavax?
«Quello del nuovo vaccino Novavax è diventato un giallo. Si sono perse le tracce. Prima ci dicevano che ci sarebbe stato consegnato a febbraio, poi a marzo, ora non ci comunicano più neppure i tempi... Io, intanto, ho già allestito 15 hub per questo farmaco, che però sono “dormienti”, fermi, ma li attiverò con i primi scarichi». 

 

Assessore, tornando al cambio di colore, ieri avevamo però ancora oltre 5.300 nuovi casi e 16 decessi per Covid.
«Vero, abbiamo registrato 5mila nuovi positivi, ma il numero dei guariti nella stessa giornata, 11.161, sono oltre il doppio».

Non ci sono troppi assembramenti in giro?
«Ci sono le scene che registriamo per la movida: a Trastevere, a San Lorenzo, a Ponte Milvio. Sono situazioni che non aiutano, benzina sul fuoco della pandemia. A parte questo, la gente ha capito l’importanza delle regole di prevenzione come il distanziamento e l’uso delle mascherine o la necessità di vaccinarsi».

Le mascherine, appunto. Ieri dal governo è arrivato l’annuncio che da lunedì salta l’obbligo di portarle all’aperto.
«Io ho parlato in passato di primavera, anche perché in quel periodo avremo il 90% delle persone con dose booster, mentre chi oggi è malato sarà per quella data immunizzato. Detto questo, io credo che per molti anni continueremo a portare con noi una mascherina in tasca e in borsa e la indosseremo ogni qualvolta c’è un assembramento. Allo stesso modo, come credo che il sistema dei colori non è più aderente alla condizione attuale, considero necessario mantenere le restrizioni della zona rossa».

Intanto nel Lazio ci sono ancora 250mila No vax. 
«Soprattutto c’è uno zoccolo duro di 40-49enni, sono 70mila, più refrattari degli altri a vaccinarsi. A loro vorrei dire: non vi sentite invincibili. Perché ci si contagia con facilità e se ci sono patologie pregresse si rischia la vita. I dati in nostro possesso non solo ci dimostrano che il 70 per cento delle persone intubate in terapia intensiva è No vax, ma che abbiamo avuto decessi anche in gente giovane, ventenni e trentenni. Ripeto, ci si contagia con facilità e nessuno può dire di non saperlo».

Anche lei si è preso il Covid. Come sta?
«Tutto sommato bene, tranne tosse e mal di gola. Ma continuo a lavorare, anche perché mi sono vaccinato». 

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