Leonardo Lemma morto a Corso Francia, la mamma di Gaia uccisa sulla stessa strada: «Se non verrà messa in sicurezza, piangeremo altre vittime»

Leonardo Lemma morto a Corso Francia, la mamma di Gaia uccisa sulla stessa strada: «Se non verrà messa in sicurezza, piangeremo altre vittime»
di Flaminia Savelli
Domenica 10 Aprile 2022, 09:26 - Ultimo agg. 11 Ottobre, 15:48
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«Quando ho saputo del terribile incidente di Leo, ho rivissuto la morte di mia figlia e della sua amica. In un istante sono tornata indietro a quella notte, ho rivissuto tutto. Anche se la sofferenza per la perdita di un figlio non ti abbandona mai. Quello che ha unito le nostre famiglie è un destino beffardo e ancora un volta stiamo piangendo la morte di un giovane ».Oggi è un dolore lucido quello di Gabriella che la notte del 22 dicembre 2019 ha perso la figlia sedicenne Gaia, travolta da un macchina mentre attraversava con l'amica Camilla Corso Francia. A una manciata di metri dal punto in cui giovedì pomeriggio è morto Leonardo cadendo dalla moto. Ma le circostanze della vita a volte corrono sui binari delle coincidenze: i ragazzi erano amici.


Gaia e Leonardo si conoscevano da molto?
«Non solo: la sera dell'investimento di Gaia erano stati a cena insieme.

Si erano appena salutati quando quella macchina l'ha travolte. Poi nei giorni e nei mesi successivi all'incidente, Leo è stato vicino a me e alla mia famiglia»

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In che modo?
«Non si rassegnava a quello che era accaduto, alla perdita della sua amica. Mi ha consolata certo, ma soprattutto voleva aiutarmi a ricostruire la dinamica dell'incidente e recuperare tutto quello che poteva tornare utile. È così che ho avuto modo di conoscerlo in prima persona, era davvero un ragazzo speciale. Come Gaia, anche lui, era un ragazzo prudente, serio, studioso. Non si può morire così e anche in questo caso, è necessaria chiarezza».


Cioè?
«Le indagini sono solo agli inizi e come è stato già segnalato dai testimoni, in quel tratto erano stati appena eseguiti dei lavori sul manto stradale. Ho ricevuto foto e video che lo denunciano. Così come è stato accertato che addirittura poche ore dopo l'incidente, sono tornati per ripianare la strada. Il sospetto è che ci fosse un avvallamento. Si tratta solo di ipotesi al momento».


Ha avuto già occasione di parlare con Paola, la mamma ?
«So cosa sta passando la famiglia, l'ho vissuto sulla mia pelle. E so anche cosa dovranno affrontare nelle prossime settimane. Sarà un percorso molto difficile e complicato anche da un punto di vista giudiziario. Non ho ritenuto opportuno disturbarla in un momento tanto delicato con una telefonata però, le ho voluto esprimere la mia vicinanza. Le ho mandato un messaggio con un cuore. Anche perché, davanti un dramma come questo non ci sono parole che possano alleviare il senso di vuoto e di perdita».

 


Come per l'incidente in cui era rimasta coinvolta Gaia, si è accesa la polemica sulla pericolosità della strada. Eppure dopo la morte di sua figlia, il Campidoglio aveva sostituito lampioni e illuminazione: non è stato sufficiente?
«Qualcosa dall'amministrazione è stato fatto, ma molto poco. In prima persona mi sto impegnando perché Corso Francia diventi una strada sicura».


In che modo?
«L'unica soluzione è ridurre la velocità di percorrenza. Abbiamo presentato un progetto Risistemare Roma, disegnato insieme a uno dei periti che in tribunale ha seguito il caso di mia figlia. La proposta è quella di installare dei dossi lungo le carreggiate nei punti più critici. Ma stiamo incontrando molte resistenze da parte dei residenti dei quartieri serviti dalla strada, da Vigna Clara al Fleming. Eppure ridurre la velocità, è davvero l'unica soluzione perché ancora oggi lungo Corso Francia si corre come in autostrada».


Dunque resta il nodo sulla sicurezza...
«Esatto. Se non facciamo qualcosa, e in tempi brevi, i nostri ragazzi sono a rischio. Anche perché, soprattutto la sera, è una zona frequentata da giovanissimi come Gaia, Camilla e Leo. Sono già troppe le vittime che stiamo già piangendo. Ma se Corso Francia non verrà messa in sicurezza, purtroppo non saranno le ultime e noi continueremo a piangere i nostri ragazzi, vittime della strada».

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