Metro C, a piazza Venezia stazione modello Louvre

Metro C, a piazza Venezia stazione modello Louvre
Metro C, a piazza Venezia stazione modello Louvre
di Laura Larcan
Giovedì 15 Luglio 2021, 09:52 - Ultimo agg. 19 Febbraio, 23:51
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Piazza Venezia avrà la sua stazione-museo della metro C. Un occhio di vetro come ingresso, e un cuore sotterraneo su più livelli che tra reperti e strutture archeologiche offrirà un viaggio (è proprio il caso di dirlo) nella storia di Roma attraverso duemila anni. Non solo. Un sistema di tunnel metterà in collegamento il Vittoriano con Palazzo Venezia, offrendo dalla stazione un ingresso diretto ai due musei statali che da più di un anno sono stati riuniti in un unico polo a gestione autonoma. Il progetto definitivo della nuova fermata della linea C è stato approvato in conferenza di servizi, raccogliendo i pareri dei tecnici del Ministero della Cultura. Un passaggio chiave per procedere alla realizzazione di quello che gli esperti del Collegio Romano hanno definito «un vero e proprio centro di irradiazione culturale».

Metro C, scavi e dettagli

 


Il via libera al progetto definitivo apre la strada ora all'approvazione del progetto esecutivo, ultimo passaggio per i lavori promossi dal Comune di Roma e dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, realizzati da Roma Metropolitane e dal Consorzio Metro C, grazie anche all'impulso del commissario Maurizio Gentile. Design, allestimenti, cura dei particolari, materiali che echeggiano l'identità di Roma, il progetto ha l'ambizione di onorare la storia con virtuosismi tecnologici e ingegneristici. Una seconda puntata dopo la stazione di San Giovanni.
Lo stesso ministro Dario Franceschini ha sempre visto nell'operazione della fermata della metro C di piazza Venezia un'occasione strategica di valorizzare un luogo nevralgico di Roma: «La nuova stazione sarà collegata con accessi diretti al Vittoriano e a Palazzo Venezia - spiega il ministro - e sarà allestita con i reperti archeologici rinvenuti durante gli scavi. Sarà un vero e proprio hub culturale, concepito sul modello della stazione del Louvre a Parigi». La salvaguardia dell'area, d'altronde, è stata il principio che ha guidato le scelte della Soprintendenza, del parco archeologico del Colosseo, del Segretariato Regionale per il Lazio, insieme alla Sovrintendenza capitolina.
«La capitale ha l'occasione di imprimere un nuovo corso nella relazione tra infrastrutture e patrimonio culturale - riflette Franceschini - Turisti e cittadini godranno allo stesso tempo di una migliore mobilità e di un insieme di bellezze: i reperti esposti in stazione, le collezioni di Palazzo Venezia e le mostre del Vittoriano».

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Il progetto non prevede l'inserimento di strutture architettoniche esterne: il complesso sarà sotterraneo, con un'articolazione su sette livelli, dall'atrio fino alle banchine dei treni. Occhio, o meglio oculus della stazione, sarà all'esterno l'aiuola centrale di piazza Venezia, con la sua isola pedonale ridisegnata in termini di design, dove spicca il grande lucernario con copertura in vetro, integrato ad un podio in travertino con sistema di sedute retroilluminate, che fa da cornice alle scale d'ingresso. La discesa segna l'inizio del viaggio: la scalinata d'ingresso abbraccia i primi reperti archeologici. Si spalanca, poi, un'area museale di 1200 metri quadrati dove verranno ricollocati i reperti rinvenuti durante gli scavi. Il tutto impreziosito da un allestimento multimediale.
È il grande atrio museo alla quota della cosiddetta Roma imperale: per i fruitori della stazione sarà come camminare nella città dei Cesari, a cui si accederà gratuitamente prima di superare i tornelli per raggiungere i treni, e che metterà anche in collegamento Palazzo Venezia, il Vittoriano e il Foro di Traiano. L'atrio offrirà anche un affaccio sui fondali archeologici delle tabernae e dell'Athaeneum di Adriano (l'area scavata verso piazza Santa Maria di Loreto). Man mano che si scende con le scale mobili, sfileranno teche espositive con statue, busti e altri reperti . «Gli interventi contemporanei di qualità - conclude Dario Franceschini - si conciliano con la conservazione e la tutela del patrimonio culturale».
 

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