Mondo di Mezzo, a Roma 5 anni di gare ferme in Campidoglio

Verde, buche, piazze con il Mondo di Mezzo 5 anni di gare ferme
Verde, buche, piazze con il Mondo di Mezzo 5 anni di gare ferme
di Francesco Pacifico
Mercoledì 23 Ottobre 2019, 10:26 - Ultimo agg. 10:56
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Mezzo miliardo di euro di investimenti non speso soltanto nel 2017. Ai quali, e sempre nel bilancio di Roma Capitale, se ne sono aggiunti 380 l'anno dopo. Ma soprattutto cinque anni di inchieste e cinque anni di una città bloccata: è proprio quello dell'immobilismo il maggior prezzo pagato dalla Capitale per l'inchiesta Mondo di mezzo, su cui la Cassazione ha cancellato le accuse di associazione mafiosa per la cricca dei Buzzi e Carminati. Ma in ogni caso, dall'inizio delle indagini, con la prima retata di arresti a dicembre del 2014, il Comune si è di fatto paralizzato. Un po' per una forma di cautela, ma anche per la paura, che si è fatta strada fra quasi tutti i dirigenti di Palazzo Senatorio, nel firmare qualsiasi tipo di carta.

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E un conto sono gli affidamenti diretti, o le gare sotto soglia (il terreno fertile del Mondo di Mezzo), altra cosa sono le gare regolarmente indette. Anche quelle, però, hanno subito lo stesso destino: tutto fermo, tutto bloccato. Il numero di gare bandite da una delle più grandi stazioni appaltanti del Paese è crollato stando alle maggiori associazioni datoriali del 40 per cento. Quasi il doppio rispetto alla media nazionale. Perché nella maggioranza dei casi i progetti, anche quando si stanziano i soldi in bilancio, restano infognati nelle discussioni tra le articolazioni del Comune e i municipi; vedono la fase di progettazione seguire tempi infiniti e, come detto, restano sulle scrivanie degli uffici: dove i dirigenti tremano soltanto a immaginare le parole danno erariale o ricorso al Tar. E quando le gare si fanno, c'è da fare i conti con commissioni, aziende che preferiscono fare un passo indietro, errori nella scrittura dei bandi e sempre i soliti dirigenti che per non decidere, per non rischiare, si danno anche malati.

IL VERDE
La lista delle incompiute a Roma è molto lunga. Il caso più eclatante è quello della manutenzione del verde pubblico, dove in questi anni in parallelo ai ritardi si sono registrati tanti alberi caduti. Su questo versante - dove il sistema della corruzione dei Buzzi e Carminati la faceva da padrone - la giunta Raggi ha lanciato due bandi, senza grandi risultati. Su uno (da 5 milioni) c'è un contenzioso con le imprese vincitrici, sull'altro (da 4 milioni) si è totalmente fermi. La Corte dei Conti del Lazio ha calcolato che l'immobilismo su questo tipo di manutenzione è quantificabile in un danno erario pari a quasi 20 milioni di euro.
In altri casi è dovuta intervenire l'Anac, per vizi evidenti di forma nei bandi. Risultato, alcuni progetti risalenti addirittura al Giubileo o stanno ripartendo soltanto ora oppure se ne sono perse le tracce. Vedi, su tutti come casi simbolo, il rifacimento di piazza Venezia, quello di via Aurelia o la riqualificazione di piazza Vittorio e Villa Caffarelli. Sempre sul fronte degli stop & go, merita una citazione il maxi appalto triennale da 78 milioni di euro per riparare l'asfalto, pubblicato nell'aprile del 2017.

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Parliamo di 12 lotti e 36 mesi di affidamento dei lavori alla ditta vincitrice. Invece non si è mai arrivati a una conclusione perché la commissione aggiudicatrice che doveva valutare le offerte non è riuscita a riunirsi per mesi. E lo stesso copione si è ripetuto per i bandi per l'acquisto dei bus dell'Atac, i servizi al welfare, le dismissioni immobiliari e persino la fienagione, la strada scelta dall'amministrazione Raggi per far sfalciare l'erba alta dagli ovini. Intanto il neoassessore ai Lavori pubblici, Linda Meleo, ha ripreso dossier dei quali si era persa traccia come il restauro delle Mura Aureliane, mentre la Regione ha richiamato il Comune ad accelerare le fasi di progettazione di sette parcheggi di scambio perché tra un anno si rischia di dover restituire all'Europa circa 20 milioni di euro. Nei giorni della liquidazione della stessa Roma Metropolitane, si è scoperto che questa controllata aspetta il via libera dai dirigenti capitolini per il bando da quasi 4 milioni per abbellire le stazioni metro con opere d'arte.
 

 

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