L'anarchia delle ruotine è arrivata fino all'Altare della Patria. Ieri sul marciapiede ai piedi del monumento si è consumato l'ennesimo scempio della sosta selvaggia. E neanche piazza del Popolo si salva trasformata in un parcheggio a cielo aperto. Protagonisti, ancora una volta, i monopattini che ormai non risparmiano nessun angolo storico del Centro spazzando via il decoro dei salotti buoni, perle lucenti della Capitale sempre più inghiottite nel buio dell'illegalità.
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LO SCEMPIO
Sfrecciano come bolidi su via del Corso, ma anche lungo via dei Fori Imperiali e a piazza Navona, sono utilizzati per lo più da giovani pronti a gareggiare contromano o sui marciapiedi. Gli stalli nella Capitale non ci sono, e non c'è neanche la civiltà di lasciare il monopattino in luoghi consentiti. Soltanto ad agosto ad esempio, la Polizia Locale ha elevato 200 multe quasi sempre in Centro per l'uso scorretto dei mini-bolidi e in cima alla classifica ci sono proprio il parcheggio selvaggio sui marciapiedi così come l'assenza del casco obbligatorio per gli under 18. Da giugno, secondo i dati del Comando della Polizia Locale, sono stati 79 gli incidenti che hanno coinvolto veicoli elettrici e solo in 5 casi si trattava di bici. E il tour in Centro non fa altro che confermare l'anarchia quotidiana dei monopattini elettrici.
In via Bocca di Leone, a due passi da piazza di Spagna, l'altro giorno un residente ha aperto il portone, ma non riusciva ad uscire. «L'accesso era ostruito da un monopattino - racconta Roberto Tomassi, del comitato Campo Marzio - ha tentato di spostarlo, ma il mezzo è caduto e lo ha ferito a una caviglia». E aggiunge: «Li usano solo i turisti e chi vuole divertirsi, non sostituisce affatto i mezzi pubblici, ed è diventato impossibile passeggiare su via del Corso, trasformata in una pista di Formula 1». Un'analisi che va di pari passo con i dati del Comando della Polizia Locale: il 56% delle persone che hanno avuto incidenti in monopattino sono non residenti, turisti quindi.
Ed è impossibile rintracciare il vandalo, nonostante i numerosi controlli dei vigili, visto che i monopattini sono sprovvisti di targa e quindi non è identificabile l'autore della sosta selvaggia.
L'ANARCHIA
A bordo dei monopattini contromano, sui marciapiedi, e dopo la gara, si lascia il velocipede dove capita.