Monte Livata: «Con le aperture presi in giro dal ministro della Salute»

Monte Livata è sempre piena di neve
Monte Livata è sempre piena di neve
di Antonio Scattoni
Mercoledì 17 Febbraio 2021, 15:48
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Rabbia e delusione a Monte Livata, a tre giorni dalla clamorosa marcia indietro del Ministro per la Salute Roberto Spenza, che domenica pomeriggio ha bloccato all'ultimo minuto gli impianti da sci dopo aver detto che avrebbero potuto aprire il luledì mattina, cioè l'altroieri. Boom di prenotazioni perse e sconcerto tra gli operatori del settore per il fermo del ministro arrivato solo qualche ora prima. Il manto nevoso sulle piste è spettacolare, la Nordica, quella del Sole, quella delle Signore e gli altri tracciati aspettavano solo gli sciatori. 

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«Il Cts aveva approvato le linee guida per aprire il 15 febbraio – dice Domenico Petrini, direttore della 2001, la società che gestisce gli impianti – noi ci siamo subito adeguati, abbiamo aumentato il personale per assicurare i distanziamenti anche al parcheggio, abbiamo acquistato il materiale per assicurare le norme anti Covid, il carburante per i mezzi e i prodotti per il ristoro.

Poi solo 12 ore prima arriva lo stop. È stata una autentica mazzata, questo è il quarto rinvio e non è arrivato alcun indennizzo. Ora siamo in attesa di leggere il decreto per capire se si potrà andare avanti con gli allenamenti degli atleti.» Oggi una protesta a Roma con tutti i rappresentanti delle satzioni invernali.

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Se alla 2001 lo stop allo sci alpino arrivato all’ultimo momento è stato un ko non va meglio per i maestri di sci da due anni senza lavoro, lo scorso anno perché non c’era la neve ora che ce ne sono due metri è il Covid a paralizzare tutto. «Avevamo il tutto esaurito – dice Cristiano Orlandi, maestro di sci – il telefono della scuola era stato preso d’assalto, finalmente si vedeva un po’ di luce in fondo al tunnel. Anche perché a questa categoria di operatori non è arrivato alcun ristoro». Rabbia ai nolo ski: «Lo stop allo sci alpino – dice Fabrizio del nolo di Simona Sport - significa una perdita del 60%, l’affitto di ciaspole e sci di fondo non basta».

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