Dal clan al sociale, la grande rimonta del Montespaccato calcio

Dal clan al sociale, la grande rimonta del Montespaccato calcio
di Marco Pasqua
Martedì 12 Novembre 2019, 00:58 - Ultimo agg. 08:47
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Zio Franco Gambacurta, meglio conosciuto come l'uomo con la coppola, teneva tantissimo al Montespaccato calcio. Quello che per i carabinieri e la procura era il boss della droga, arrestato lo scorso anno nell'ambito dell'operazione Hampa, si faceva vedere ad ogni partita, nell'ufficio della società Polisportiva di cui era proprietario. Il direttore generale della squadra di calcio era il figlio di Gambacurta, Valerio, mentre il capitano era il nipote, Tiziano. Il Montespaccato era cosa loro, uno strumento fondamentale per accrescere il prestigio del clan sul territorio e per farsi rispettare ancora di più dalla gente del quartiere. Tutto questo fino a giugno dello scorso anno, quando, grazie all'operazione dei militari, la polisportiva dilettantistica Montespaccato è stata sequestrata e sottoposta ad amministrazione giudiziaria.
 

 

È in quel periodo che nella gestione, d'intesa col Tribunale e la Regione Lazio, interviene l'Ipab Asilo Savoia, con il presidente, Massimiliano Monnanni. «Prima di lanciare la proposta di rilancio di questa squadra ho letto tutti gli atti e le carte rivela e devo dire che sono rimasto impressionato, in negativo ovviamente». La squadra era prossima alla retrocessione, i suoi componenti ritirati e, soprattutto, c'era una valanga di sponsor che col calcio non aveva nulla a che vedere e che, probabilmente, usava la squadra per riciclare contanti. Monnanni si è così rimboccato le maniche, ha iscritto il team al campionato di Eccellenza e vi ha inserito i migliori giocatori del programma di inclusione sociale Talento e tenacia. Lo stesso che ha permesso di rilanciare un altro baluardo di illegalità, quella struttura, a Ostia, di proprietà degli Spada, oggi divenuta palestra della legalità. Tutti i giocatori contribuiscono al successo del progetto: c'è il promettente Andrea Tabascio, difensore, che cura i social media (con ottimi risultati); Bruno Sismondi, anche lui difensore, addetto al desk; la stella della squadra, Kevin Mastrosanti, attaccante e personal trainer nella palestra della legalità; e ancora, Riccardo Tassi, portiere e fisioterapista, e molti altri ancora, dai 20 ai 25 anni di età. Ricevuti unico caso di squadra di questo livello dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Oggi la Polisportiva ha visto aumentare gli iscritti, nonostante l'iniziale opera di boicottaggio promossa dai famigliari del clan. «Non andate a tifare la squadra», avrebbe suggerito qualcuno alla gente del posto. Ma così non è stato, e quando il Montespaccato Savoia gioca è sempre una festa. Non c'è più il boss ad urlare consigli all'allenatore, ma solo tante mamme del quartiere. «Qualcosa è cambiato quando queste madri, anche di Ostia, hanno iniziato a preparare torte ai ragazzi e a portarcele», dice Monnanni. «Un'esperienza unica, che siamo orgogliosi di sostenere», sottolineano all'unisono i ragazzi, consapevoli di prendere parte non solo ad un progetto calcistico, ma al rilancio di una realtà che, da ormai 10 anni, era in mano ai Gambacurta. 
 

«Cresciamo qui a Montespaccato, così come cresce la palestra di Ostia dice Monnanni che oggi conta oltre 1150 abbonati e che ora inaugurerà altri 600 metri quadrati dedicati alle arti marziali: abbiamo 330 abbonati gratuiti, che non avrebbero avuto le possibilità economiche per praticare sport». Il Montespaccato, inoltre, quest'anno firmerà, con i volti dei suoi giocatori, uno speciale calendario, dedicato alla tutela degli animali. Pochi giorni fa, Tabascio ha partecipato ad una iniziativa con un'associazione che si occupa di integrare bambini autistici: «Sono fiero di far parte di questo progetto e di poter essere a disposizione delle persone che ruotano attorno a Talento e Tenacia», dice questo ragazzo che vuole lottare per contribuire a far rinascere non solo una squadra, ma un intero quartiere, nell'interesse di chi lo vive, ogni giorno.
 

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