Morto a 300 all'ora sul Gra, funerali show con supercar e murale. Ira del Municipio: «Va rimosso, messaggio sbagliato»

Polemica alla Romanina. Il mini-sindaco: «Non è autorizzato, e ciò che arriva ai ragazzi del quartiere può essere frainteso»

Morto a 300 all'ora sul Gra, funerali show con supercar e murale. Ira del Municipio: «Va rimosso, messaggio sbagliato»
Morto a 300 all'ora sul Gra, funerali show con supercar e murale. Ira del Municipio: «Va rimosso, messaggio sbagliato»
di Flaminia Savelli e Giampiero Valenza
Venerdì 29 Luglio 2022, 06:46 - Ultimo agg. 30 Luglio, 15:05
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A Villaggio Falcone, la borgata popolare dedicata al giudice ucciso dalla mafia nel 1992, Suv e Maserati continuano a sfrecciare come se non ci fosse un domani. Quella che è una delle maggiori piazze di spaccio romane è, di fatto, blindata: i forestieri sono osservati speciali dalle finestre dei palazzi popolari di via Caterina Usai. C'è chi si affaccia e guarda perché da lì, in pratica, non si può passare inosservati. Poco dopo, se ci si avvicina al murale fatto in tutta fretta, abusivamente, per ricordare Nicholas Brischetto, il ragazzo di 21 anni morto lo scorso 20 luglio sul Grande raccordo anulare mentre guidava la sua Audi A8 a 300 all'ora, qualcuno si incuriosisce e chiede chi sei e cosa fai.

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Il murale della polemica


Ieri, mentre il mercato settimanale di via Raoul Follereau si stava smantellando, poco dopo l'ora di pranzo, un'Audi si è messa a correre all'impazzata.

Poco prima aveva fatto altrettanto una Maserati che ha dato gas su via Don Primo Mazzolari. Mai ci si aspetterebbero queste cilindrate in una zona popolare che, se non fosse per la polisportiva che fa il suo lavoro sociale nella zona di frontiera, e per il Centro commerciale, sembra uno spazio dimenticato dagli uomini.


Ebbene, nel quartiere dove è stato ricordato Nicholas si intrecciano storie di malavita con quelle di degrado. Sul palazzo all'incrocio tra via Raoul Follereau e via Caterina Usai, al civico 34, ora c'è il grande murale colorato. Sotto, sul marciapiede, un piccolo altarino con tre lumini e quattro rose, due rosse e due blu, con un grande fiocco azzurro, dello stesso colore dei palloncini che componevano un rosario che è stato lanciato in cielo nella Basilica di San Lorenzo al Verano, dove si sono tenuti i funerali. Per ricordarlo, c'è chi ha lasciato pure due bottiglie di birra, un'acqua da mezzo litro e una lattina aperta di Coca-Cola. Su via Follereau, mentre tutti i banchisti del mercato stavano lasciando la piazza, si vedono i segni degli pneumatici sull'asfalto. Sono quelli della festa fatta dagli amici di Nicholas, con sgasate dei bolidi e delle auto da corsa sotto il terrore dei residenti. Non resta niente, lì.


LA POLEMICA
Ma ora proprio il murale di via Caterina Usai, i funerali sfarzosi e la lunga coda di macchine di grossa cilindrata che continuano a sgommare lungo le strade del quartiere rischiano di accendere la polemica. Questa volta è l'amministrazione locale a fare un passo avanti. «Quel murale, se non è stato autorizzato, va rimosso. Ho inoltrato una richiesta in Campidoglio agli uffici competenti perché la palazzina su cui è stato disegnato è di proprietà comunale» annuncia Nicola Franco, presidente del VI Municipio delle Torri. Ma il mini sindaco è deciso ad andare fino in fondo: «Il messaggio che arriva ai ragazzi del quartiere può essere frainteso. Capisco il dolore per la perdita di un ragazzo tanto giovane. Ma vorrei anche precisare che questo ragazzo è morto mentre sfrecciava a folle velocità lungo il Gra. Allo stesso tempo - precisa Franco - questa sfilata di macchine di grossa cilindrata non è rispettosa nei confronti qui, in questa zona, ha davvero molte difficoltà ad arrivare alla fine del mese.

La situazione deve essere affrontata» conclude il presidente Franco. Il giovane deceduto a seguito del violento impatto contro il guardrail, era in compagnia di un amico - Nicholas Calì- che aveva filmato in un video gli attimi che hanno proceduto lo schianto. Un incidente su cui gli agenti della Polfer, incaricati delle indagini, hanno accertato che a causare l'incidente sia stata l'altissima velocità. La notte dello schianto erano stati informati anche gli investigatori della Squadra Mobile e gli uomini del distretto Casilino. Brischetto e Calì sono infatti cognomi in passato finiti nel mirino della sezione Gico (Gruppi d'Investigazione sulla Criminalità Organizzata) della guardia Finanza. Tra il 2010 e il 2013 gli investigatori avevano ricostruito la fitta rete di traffico di droga del clan camorrista Schiavone-Noviello e tra gli intermediari che rifornivano le piazze dello spaccio nel quadrante sud della Capitale di cocaina e hashish, c'erano anche esponenti della famiglia Brischetto. Mentre il clan dei Calì aveva stretto patti e accordi con il clan dei Senese secondo quanto accertato nel 2019 dalla Dda, Direzione distrettuale antimafia.
 

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