«I “no vax” che contraggono il Covid e finiscono nelle Terapie intensive degli ospedali del Lazio dovranno pagare i ricoveri». È perentorio l’assessore alla Sanità della Regione Alessio D’Amato «perché - dice - queste persone che rifiutano la vaccinazione, mettendo a rischio la libertà altrui, devono assumersi la responsabilità fino in fondo delle proprie scelte e delle proprie azioni». Non è solo una “boutade” quella di D’Amato. Si può fare? Tecnicamente è possibile accreditare le spese dei ricoveri nel più delicato reparto che esista ai pazienti che ci finiscono in un sistema di sanità pubblica?
«Ci stiamo lavorando - prosegue l’assessore - e ci sono dei modelli a cui, ad esempio, facciamo riferimento e sono quelli della Lombardia dove un tempo veniva spedito a casa del paziente, prima ricoverato e poi dimesso, una sorta di “memorandum” su quanto la sua degenza fosse costata all’ente regionale». «Naturalmente - prosegue D’Amato - non si chiedeva un centesimo, era solo per mostrare al paziente il costo sostenuto per le sue cure ma con i “no vax” siamo intenzionati ad andare oltre». Il Lazio ad oggi è una delle Regioni con il più alto numero di vaccinati contro il Sars-Cov-2.
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I numeri
Ben 7,7 milioni sono le dosi somministrate e il prossimo primo settembre si raggiungerà la soglia di 4 milioni di residenti coperti in seconda dose e dunque con il ciclo vaccinale concluso.
Le spese
L’assessore, al termine della visita a Villa Monte Mario (una delle nove strutture messe a disposizione dalla Regione per l’accoglienza di 950 profughi afghani arrivati da Kabul), sciorina anche i costi. «Giornalmente ogni ricovero in Terapia intensiva costa circa 1.500 euro - prosegue - per degenze medie non inferiori ai 17 giorni». L’obiettivo però è chiaro: si punta a vaccinare quanto più possibile per garantire un futuro a tutti senza più l’incubo della pandemia e non per mero calcolo economico. «L’aspetto più difficile da accettare - conclude l’assessore - è che queste persone “no vax” nel momento esatto in cui finiscono ricoverate si rendono conto del dramma e del pericolo che stanno correndo e tutti si pentono di non essersi vaccinati». Nella Regione, stando all’ultimo report della cabina nazionale che monitora settimanalmente l’andamento delle vaccinazioni, ci sono 250.152 residenti tra 50 e 79 anni che non hanno chiesto né prenotato una dose di vaccino.
«Cagnara immonda»
Sui “no-vax” interviene anche il Governatore del Lazio Nicola Zingaretti commentando l’aggressione contro alcuni giornalisti: «Chi ha aggredito un altro cittadino italiano, un giornalista o chiunque sia, deve essere garantito alla giustizia e punito secondo le leggi della Repubblica italiana. Nessuno può aggredire un altro cittadino e restare impunito. Non dimentichiamoci mai che questi folli estremisti “no-vax” sono tutti vaccinati perché da bambini hanno avuto il vaccino per la pertosse, o l’epatite che in Italia, per fortuna, sono malattie sconfitte grazie a quei vaccini. È folle, invece, che dei vaccinati stiano alzano questa cagnara immonda contro un virus ancora in circolazione e pericoloso. E lo se dico io, oggi, lo faccio anche con assoluta cognizione di causa, per motivi personali. Con queste minoranze estremiste non bisogna avere nessun dialogo, soprattutto se negano liberata agli altri».