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Incidenti Nomentana, il marito della vittima Serena Greco: «Quella strada è un cimitero, rimasta terra di nessuno»

«Ogni giorno centinaia di infrazioni. Non si è fatto nulla per renderla sicura»

Incidenti Nomentana, il marito della vittima Serena Greco: «Quella strada è un cimitero, rimasta terra di nessuno»
Incidenti Nomentana, il marito della vittima Serena Greco: «Quella strada è un cimitero, rimasta terra di nessuno»
di Camilla Mozzetti
Articolo riservato agli abbonati
Venerdì 30 Settembre 2022, 00:34 - Ultimo agg. : 15:55
4 Minuti di Lettura

Sul suo cellulare ieri mattina sono arrivati messaggi con quella notizia che di colpo ha riportato il tempo indietro a due anni fa nonostante le persone coinvolte siano altre. E quel dolore silente ma sempre vivo è tornato ad acuirsi. «Piuttosto che rendere sicura via Nomentana stanno cercando di levarsi di dosso le proprie responsabilità». Comune e Municipio: nulla è cambiato per garantire sicurezza su quella strada. Morti ce ne sono stati e morti continuano ad esserci. «È un cimitero», dice Alessandro Di Agostino. A tratti deve fare una pausa per cercare di mantenere ferma la voce, con dignità e senso di pudore elevato a difesa anche dei suoi due figli piccoli. Si interrompe per cercare di rimandare indietro quella sofferenza che lo accompagna fedele dalla sera del 23 ottobre 2020. Lui è il marito di Serena Greco la donna che quel giorno perse la vita su una delle principali strade di Roma che da piazza Sempione arriva a Porta Pia. La stessa strada dove mercoledì sera un altro motociclista è morto sul colpo. «Sto tornando a casa» scrisse ad Alessandro quel pomeriggio Serena, 38 anni appena, poi più nulla. Lo scooter su cui viaggiava fu preso in pieno da una moto che proveniva da Porta Pia. Lei era ferma al semaforo di via Spallanzani, poi il verde. Stava solo tornando a casa.

APPROFONDIMENTI
L'ultima tragedia
Foto

 

Signor Di Agostino, il tratto dove perse la vita Serena è stato nominato l’incrocio della morte ma più in generale, ed è triste dirlo, su tanti punti della Nomentana si vedono fiori per chi lì ha perso la vita.
 

«È un cimitero. E poi non c’è un controllo della velocità. Ci sono telecamere in ogni dove per monitorare l’andamento ma su quella strada no, nessun autovelox. Non si fa nulla e basterebbe vedere la casista dei sinistri per comprendere che forse servirebbero a qualcosa».

Un deterrente almeno?

«Sì, hanno di nuovo levato i segnali che prima intimavano ai motociclisti di non percorrere la corsia centrale. Gli incidenti che ci sono stati sono per lo più da ricondurre a chi è passato con il semaforo rosso non a velocità normale. Per essere un tratto urbano le velocità estreme dovrebbero essere vietate».

Se potesse impedirebbe gli attraversamenti? Da quello di via Spallanzani a quello per viale Pola?

«Si possono anche lasciare ma dovrebbero esserci regole ben precise: o dalle laterali si dà l’opportunità di attraversare garantendo sicurezza e controllo oppure chiudi il tratto. Anche perché finora su quella strada circolano motorini in tutti i modi ma lì, sulla corsia centrale, non dovrebbero passarci».

Lei dice: scooter solo sulle laterali della Nomentana?

«Assolutamente sì, anche perché c’è un doppio senso e nulla che delimita, è pericoloso per tutti per gli scooteristi in primis».

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Sono passati due anni dalla scomparsa di Serena, come sta?

«Peggio».

Il risvolto giudiziario?

«Con i miei legati, Giacinto Lupia e Alessandro De Federicis aspetto delle pene severe ma ci sono leggi scritte che vengono aggirate molto facilmente e mi sembra tutto un’assurdità. Fanno test sulla droga però poi non si può garantire se in quel momento la persona era drogata, allora cosa lo fai a fare il test? Prendono delle persone che guidano senza patente su un mezzo che non possono guidare ma sembra quasi irrilevante quando, secondo me, è come se portassi una pistola in giro. Se non puoi portare quel mezzo non è più un delitto colposo è come se io esco armato e mi parte un colpo perché non so sparare».

Alcune delle persone coinvolte nell’incidente in cui perse la vita sua moglie non avevano la patente.

«Il motociclista che veniva da Porta Pia ha preso in pieno Serena tagliando in due il motorino, non si era fermato al rosso, non poteva stare su quella corsia, non aveva la patente per portare quella moto. Sono state fatte delle analisi che hanno riscontrato delle positività ad oppiacei e cannabis però le colpe le vogliono addossare anche a mia moglie».

Che avrebbe attraversato la Nomentana da via Spallanzani arrivando anche lei da Porta Pia ma percorrendo la corsia laterale.

«Mia moglie forse proveniva dalla laterale della Nomentana ma si era fermata con il rosso e quando è scattato il verde è partita ed è stata presa in pieno».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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