Omicidio suicidio rituale a Roma, l'harakiri dentro casa dei coniugi giapponesi Sakamoto Il mistero della lettera

Il professor Tetsuo Sakamoto ha accoltellato a morte la moglie Elka prima di praticare il suicidio rituale

Omicidio suicidio a Roma, l'harakiri dentro casa dei 90enni giapponesi Il mistero della lettera
Omicidio suicidio a Roma, l'harakiri dentro casa dei 90enni giapponesi Il mistero della lettera
di Emiliano Bernardini
Venerdì 29 Aprile 2022, 08:18 - Ultimo agg. 09:56
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Il Seppuku è il termine con cui in Giappone viene chiamato il suicidio. O meglio il rituale con il quale viene eseguito: un taglio al ventre tramite un coltello, il tanto. Le donne invece si recidevano la giugulare. Era il modo con cui i samurai si toglievano la vita. Ed è, con ogni probabilità, lo stesso scelto a Roma da Tetsuo Sakamoto, classe 1931. Ex professore di italiano all'università degli studi stranieri di Tokyo nonché docente di lingua giapponese all'Università Orientale di Napoli per 32 anni, dal 1970 al 2002.

E dal 1982 era commendatore della Repubblica. L'uomo, 92 anni, prima ha ucciso la moglie e poi si è tolto la vita. Lei, Eika Sakamoto, 90 anni, l'hanno ritrovata distesa sul letto con una profonda ferita alla testa. A trovarli, nella mattinata di ieri, la badante. La coppia viveva da anni al quarto piano di una palazzina signorile al numero 3 di via Civitella D'Agliano, nella zona di Collina Fleming. Tetsuo è stato ritrovato nella vasca da bagno con un taglio all'addome e con il coltello ancora in mano.

La donna, invece, era nella camera da letto. Alla base del gesto con ogni probabilità una sorta di stanchezza nei confronti della vita. Da tempo i due erano malati e uscivano poco. Per i giapponesi la morte ha un significato più limpido e franco rispetto all'immagine spaventosa che hanno gli occidentali. Non è un caso che venga sempre caratterizzata da sorgenti di acqua limpida e da ruscelli che inondano il mondo ed ha il chiaro splendore del cielo sereno fra le nuvole.

Insomma un gesto liberatorio. I motivi, probabilmente, sono contenuti in una lettera scritta in ideogrammi giapponesi che è stata ritrovata sul tavolo all'interno dell'appartamento.

Sulla lettera, non solo per tradurla, ma per sapere chi realmente ha stilato la missiva, saranno effettuati accertamenti.

«Vi comunico che in una tragedia, stamani sono volati in cielo i miei amati genitori. Vi prego di non fare domande ma di mandare solo una preghierina per le loro anime» il commento del figlio Mario, giornalista corrispondente dall'Italia di importanti quotidiani sportivi  e pilota professionista di moto negli anni 80, che è stato ascoltato dagli agenti e per tutta la giornata di ieri ha seguito gli accertamenti della Polizia.

Gli agenti del commissariato di Ponte Milvio sono al lavoro, mentre il sostituto procuratore Antonino di Maio ha aperto un fascicolo d'inchiesta. Verrà disposta l'autopsia sul corpo delle vittime. La scientifica ha fatto tutti i rilievi del caso sequestrando anche diversi oggetti. L'appartamento era in perfetto ordine ma nonostante questo gli inquirenti non escludono alcuna pista. «Due persone splendide» il commento unanime dei vicini. Qui li conoscevano in tanti. «Credo che fosse proprio nella loro cultura e filosofia. Erano anziani e forse stanchi di viviere» racconta Claudio che lavora nella drogheria dove la signora Sakamoto faceva la spesa. «Da un po' non la vedevamo più» racconta ancora. Ieri il silenzio prolungato e il fatto che non si vedessero ha allertato i vicini che hanno chiamato la Polizia. Da qui la macabra scoperta.
 

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