Andreoni: «A Roma grossa pressione sugli ospedali, abbiamo davanti due settimane difficili»

Andreoni: «A Roma grossa pressione sugli ospedali, abbiamo davanti due settimane difficili»
Giovedì 30 Dicembre 2021, 14:24 - Ultimo agg. 14:43
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La situazione epidemiologica a Roma, ieri 2.381 nuovi casi, sta portando «ad una grossa pressione sugli ospedali, che però è ancora sotto controllo. Le strutture si stanno adattando a questa situazione di crescita e alcuni reparti sono riconvertiti. Certo, le prossime 2 settimane saranno molto impegnative». Così ha dichiarato Massimo Andreoni, primario di infettivologia al Policlinico Tor Vergata di Roma, facendo il punto sulla situazione Covid nella Capitale.

Proprio per questo l'infettivologo sarebbe scettico sulla decisione contenuta nell'ultimo decreto anti-Covid di ridurre la quarantena per i vaccinato. «L'ultimo decreto anti-Covid ha delle misure buone che condivido e saranno utili, mentre sono molto perplesso sulla decisione di ridurre la quarantena per i vaccinati che hanno avuto un contatto con un positivo: è un azzardo senza basi scientifiche che porterà, certissimamente, ad una maggiore circolazione del virus».

Le nuove misure «sono un giro di vite che equivale ad un semi-lockdown per i non vaccinati - osserva l'infettivologo - e potrebbe aiutare a convincere altre persone ad immunizzarsi. È uno stimolo che condivido». 

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La riduzione della quarantena per i vaccinati con tre dosi «sotto l'aspetto medico-epidemiologico sarebbe un errore: aumentiamo il rischio che persone contagiate possano diffondere ulteriormente il virus. La variante iniziale del Coronavirus aveva un tempo di latenza che poteva arrivare anche a due settimane, man mano questo periodo di incubazione è diventato più rapido, ma può arrivare anche a 7 giorni: ridurre la quarantena a meno di 7 giorni è rischioso, soprattutto con una variante così contagiosa come questa». 

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LA VARIANTE OMICRON

Sulla variante Omicron ha poi aggiunto Andreoni. «Mi sembra che si stia consolidando l'idea che Omicron sia un pochino meno virulenta rispetto alla Delta, considerando quante persone vanno in ospedale rispetto al numero dei casi. Va detto che per diventare un semplice raffreddore probabilmente ci metterà non meno di 10 anni». «Certo, se aumentano tanto i casi aumenteranno comunque anche i ricoveri. Preoccupa molto la trasmissibilità di questa variante - sottolinea Andreoni - che è già dominante in Italia, considerando che dovrebbe aver superato il 50%. Sotto un aspetto puramente epidemiologico il fatto che il virus possa aver perso virulenza ci fa piacere, perché noi stiamo aspettando che il virus si adatti sempre di più all'uomo diventando meno aggressivo».

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