C’è anche un precedente: nel 1995 nella Carta dei Servizi scolastici era stata abbozzata la proposta. Tra un passaggio burocratico e l’altro, però, il progetto non è mai decollato. Ora invece sono i presidi del Lazio che stanno organizzando la piccola rivoluzione: dall’anno prossimo, saranno gli studenti a valutare i professori. L’idea dei dirigenti è infatti quella di stabilire delle linee generali di valutazione anche per i docenti. Un progetto che dovrebbe rientrare già dal prossimo anno come appendice al Vademecum: i Teachers standards, il decalogo degli insegnanti annunciato lo scorso febbraio e in arrivo entro il 2022. Un libretto di norme e regole dove sono state inserite anche le norme di comportamento tra prof, studenti e famiglie sui social e nelle chat.
Il primo giro di boa
Intanto è stata presentata nei giorni scorsi l’idea agli studenti del Lazio.
Le valutazioni
«In questo caso - precisa Rusconi - i docenti verranno valutati rispetto alla capacità di insegnamento, di comunicazione e di rapporto con la classe. Ma il giudizio sarà soprattutto un momento di confronto e di dialogo in cui le parti si confronteranno». Mentre sono già in fase avanzatissima le stesure del Vademecum e delle nuove regole per disciplinare l’utilizzo dei social. Misure di indirizzo necessarie dopo le polemiche che si sono accese prima al liceo scientifico Augusto Righi. Lo scorso 15 febbraio una docente aveva ripreso una studentessa «Ma che sta sulla Salaria?» indicando la maglietta troppo corta.
La protesta si era allargata fino alla provocazione tanto che il giorno successivo, i compagni di scuola si sono presentati tutti in gonna e top. Tre giorni dopo, un ex insegnante dello stesso istituto ora supplente al liceo classico Orazio, aveva pubblicato sui suoi profili Facebook e Instagram una frase sessista e offensiva: «Oggi facciamo una preghiera, anche laica, per tutti quelli che mandano le figlie a scuola vestite come tr...». Quindi il polverone sollevato all’istituto comprensivo Bruno De Finetti, a Fonte Laurentina. Un’insegnante aveva proiettato in una classe il video di un’eroina moderna molto particolare: “Tutta Patata”. Infine la bufera scatenata dalla chat tra la preside del liceo classico Eugenio Montale e uno studente dell’ultimo anno. Da qui la decisione di un nuovo approccio, più rigido. Come annunciato dal presidente Rusconi: «La prima regola vieterà le conversazioni private. Famiglie, studenti e professori dovranno comunicare attraverso la scuola», aveva annunciato presentando il libretto di norme e regole.