Paolini, la Cassazione conferma la condanna a 5 anni per pedopornografia e induzione alla prostituzione

Paolini, la Cassazione conferma la condanna a 5 anni per pedopornografia e induzione alla prostituzione
di Adelaide Pierucci
Mercoledì 26 Maggio 2021, 09:24 - Ultimo agg. 27 Maggio, 10:08
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Si è rasato capelli e sopracciglia ed ha riempito una valigia, pronto a trasferirsi in carcere. Nessuno sconto di pena per Gabriele Paolini. La Cassazione, ieri sera, ha confermato la condanna definitiva a cinque anni di reclusione per aver organizzato giochi e intimità con minorenni, inquadrati con i reati di produzione di materiale pedopornografico e tentata violenza sessuale su minore, un diciassettenne. «Mi preparo ad andare in carcere - ha detto il disturbatore tv - Si sta punendo un personaggio scomodo. Ma, nel caso, non farò come Corona. Accetterò il fardello senza proteste, anche se sono innocente. Mi dispiace tanto solo per la mamma, che non so se riuscirà a sopportare anche questa botta». Per Paolini il carcere è solo un ritorno. Il disturbatore tv era rimasto, nel 2013, in un istituto penitenziario per 18 giorni dopo l'arresto per gli abusi. Dopodiché aveva trascorso diciotto mesi ai domiciliari col braccialetto elettronico.

Sesso con minori, il disturbatore Paolini condannato a 5 anni


LE ACCUSE
Al centro dell'inchiesta, le intimità con minorenni, il gioco di foto e filmati hard in cambio di regalini e paghette. Goliardate tra amici o fidanzati secondo Paolini. «Questa decisione mi addolora, ma respingo tutti i reati a me contestati perché non mi appartengono - ha aggiunto Paolini, - Ho amato quel giovane, nonostante la differenza di età. Io avevo 39 anni e lui 17, ma lo ho amato per davvero. Ma se la Cassazione ha confermato la condanna, allora è giusto andare in carcere, non voglio misure alternative. Probabilmente pago anche per l'essere stato sempre un rompicogl... Su questo non sono difendibile, per 25 anni ho destabilizzato il mondo della tv e sicuro pago per questo».
Il collegio difensivo di Paolini intanto si prepara a giocare l'ultima carta. «La difesa - ha dichiarato l'avvocato Lorenzo Lamarca - precisa che ricorrerà alla Corte europea per i diritti dell'uomo poiché la sentenza di rigetto dei motivi di ricorso per Cassazione pone in essere una discriminazione sull'orientamento sessuale».

Il pm Claudia Terracina, che aveva condotto le indagini, puntava, in primo grado, a una pena ancora più pesante: sei anni di carcere per i reati di sfruttamento e induzione alla prostituzione minorile, produzione di materiale pedopornografico, oltre, alla violenza sessuale. Contestazioni ridimensionate in sede di sentenza. La Corte aveva escluso l'induzione alla prostituzione minorile e aveva qualificato la tentata violenza come di minore entità. Gabriele Paolini, seppure provato, anche in quella occasione aveva ha annunciato di non voler rinunciare alle sue comparsate sul piccolo schermo, riprese da qualche settimana e che ora dovrà abbandonare per un pezzo. «Sono solo presenze, non interruzioni di pubblico servizio - aveva precisato - Sono venti anni che attacco il sistema televisivo. Molestatore del tubo catodico sì, ma protagonista di violenze sessuali no».


LA DENUNCIA
Le indagini erano state avviate dopo la denuncia di un fotografo di Riccione che aveva ricevuto da un punto vendita di via Nomentana a Roma l'ordine di stampare alcuni file che ritraevano scene di sesso tra minorenni e il disturbatore tv. Nell'ordine di arresto veniva sottolineata «la spregiudicatezza mostrata» dall'indagato. La si deduceva con la testardaggine con cui, secondo l'accusa, aveva cercato di portarsi in un garage anche un altro amichetto, un sedicenne. In carcere Paolini promette di portarsi una valigia piena di libro: «Da ragazzo ho abbandonato gli studi classici subito dopo il ginnasio. Ripartirò da lì».

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