L'ultima parola sarà al Consiglio di Stato al quale il Csm a marzo ha nominato Michele Prestipino procuratore di Roma, chiederà intanto una sospensiva. Poi il Consiglio e lo stesso Prestipino procederanno con il ricorso. Perché da ieri, per decisione del Tar, la deliberà che ha designato Prestipino capo dell’ufficio giudiziario, dopo il caso Palamara e il tentativo di pilotare proprio quell’incarico, è stata annullata. I giudici hanno accolto due ricorsi su tre. Quello di Marcello Viola, procuratore generale di Firenze, e quello Di Francesco Lo Voi, procuratore di Palermo, esclusi dalla corsa. Bocciati invece i motivi di Giuseppe Creazzo, capo dei pm di Firenze. Ma le posizioni di Viola e Lo Voi sono differenti, visto che il nome del Pg non è neppure arrivato al plenum, che ha esaminato solo i profili di Lo Voi, Creazzo e Prestipino, per anni braccio destro del procuratore uscente Giuseppe Pignatone.
Roma come New York, 15 distretti di polizia: nuovo piano sicurezza
Viola era finito, suo malgrado, nelle intercettazioni dell’Hotel Champagne, quando, nella primavera del 2019, l’ex pm Palamara, tre componenti del Csm, l’ex ministro Luca Lotti e il deputato Cosimo Ferri decidevano di indirizzare sul magistrato le preferenze per l’incarico a Roma.
Covid a Roma, avvocati positivi in tribunale: denunciati, dipendenti in quarantena
Nel caso di Lo Voi, già a capo di un ufficio di grandi dimensioni, il Tar sottolinea che la scelta di Prestipino è incentrata sull’originalità territoriale, la trattazione di procedimenti di competenza della Dda, anche nell’esercizio di due funzioni semidirettive e una determinante partecipazione all’elaborazione delle relative linee di azione«. Argomenti che, per il Tar, non sono sufficienti.