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Scuola, nel Lazio tornano 4mila prof No vax. L'ira dei presidi: «Una beffa»

Dal primo aprile saranno reintegrati ma non potranno avvicinare gli studenti

Scuola, nel Lazio tornano 4mila prof No vax. L'ira dei presidi: «Una beffa»
Scuola, nel Lazio tornano 4mila prof No vax. L'ira dei presidi: «Una beffa»
di Lorena Loiacono
Articolo riservato agli abbonati
Lunedì 28 Marzo 2022, 00:36 - Ultimo agg. : 18:24
4 Minuti di Lettura

«Non sappiamo dove metterli: la legge ci impone di farli rientrare a scuola, ma finiremo per pagarli senza che lavorino». Dal Primo aprile, con la fine dell’obbligo di Green pass e pur non potendo avvicinarsi agli allievi, tornano nella loro sede di lavoro, cioè a scuola, anche i 3mila tra insegnanti, bidelli e segretari che tra Roma e provincia hanno deciso di non vaccinarsi. Quattromila in tutto il Lazio. E l’idea di ritrovarseli nei corridoi dei loro istituti ha già scatenato le ire dei presidi. A nome della categoria, spiega il leader dell’Anp, Mario Rusconi: «Siamo sconcertati perché si premia chi non ha avuto a cuore salute pubblica. E siamo perplessi perché dovremo prendere altro personale, dei supplenti, che il governo vuole pagare con una parte dei fondi per il prossimo contratto degli insegnanti. Ma quello che ci fa imbestialire è che, a dispetto di quello che dice la legge, come sa chi la scuola la pratica, non ci sono spazi nei plessi che non sono frequentati da studenti. Che rischiano di contagiarsi. Che faremo? Aspettiamo disposizioni dal ministero, sicuramente non possiamo collocare il personale No vax, nei laboratori, nelle biblioteche e o nelle aula magna».

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IL PARADOSSO
Aggiunge Cristina Costarelli, preside del liceo Newton: «C’è una disparità di trattamento rispetto ai colleghi che lavorano per meritare uno stipendio mentre loro riavranno la retribuzione senza insegnare La disposizione del rientro dei No vax presenta aspetti di criticità e di disparità tra docenti, oltre a rendere di fatto fittizio l’obbligo vaccinale e a configurarsi come inutile investimento di spesa pubblica. Non si comprende come poterli impiegare né dove posizionarli a scuola, dal momento che in alcune scuole ci sono anche più di 10 No vax e in altre, come da me, non ci sono spazi fisici in cui allocarli. Di fatto significa che l’obbligo vaccinale non è più tale in quanto tutti possono essere comunque presenti a scuola. E per tutti i No vax lo Stato pagherà lo stipendio aggiuntivo a un supplente».

I supplenti, che in questo mese hanno sostituito i docenti non vaccinati sospesi, resteranno infatti in classe perché saranno loro a fare lezione: non è possibile neanche prevedere lezioni a distanza, con il prof No vax che si collega da remoto, perché comunque serve una sorveglianza per gli alunni in classe. Quindi due stipendi su un’unica cattedra. Aggiunge Maria Rosaria Autiero, preside del liceo Amaldi di Tor Bella Monaca: «Nella mia scuola rientreranno due docenti e non so cosa fargli fare: in biblioteca ci sono comunque gli studenti e in segreteria servono competenze amministrative specifiche. Che senso ha farli rientrare senza insegnare?». In queste ore i dirigenti scolastici stanno leggendo il decreto per venirne a capo ma la situazione non si trova. «Parlare di altre mansioni, riferendosi a un docente in ambito scolastico, è una frase decisamente vaga e diventa difficile organizzarsi - lo stesso problema riguarda l’istituto comprensivo di via Poseidone, diretto dalla preside Annalisa Laudando - Abbiamo già il personale della biblioteca e in segreteria ci sono i colleghi vaccinati e non mi sembra il caso di inserire i No vax. Non possiamo rischiare tensioni in ambito lavorativo». Risultato? «Risulteranno in servizio, ma senza svolgere un lavoro concreto: intanto paghiamo il supplente quindi sono tutti soldi tolti alla scuola». 

Per molti si tratta di un terribile passo indietro, una retromarcia sulle sospensioni che sta creando malumori e incomprensioni: «Nella mia scuola - racconta Rosamaria Lauricella, dirigente preside Valente - torneranno in servizio due docenti ma a oggi. E quando mancano pochissimi giorni al rientro, ci chiediamo quali siano le altre mansioni. Molti presidi hanno avuto tensioni con il personale No vax: noi abbiamo dovuto attenerci alle norme e ora che cosa facciamo? Torniamo indietro. È una mancanza di rispetto per chi si è vaccinato e per la collettività».
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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