Colpo gobbo nella villa dei Castelli del re delle porte blindate, l'industriale Benedetto Fedeli. L'uomo, oggi 77enne, subì nella stessa abitazione in via dei Laghi, in località Marino, nel 97 un tentativo di rapina in piena notte da parte di un gruppo di slavi. Allora, con l'intento di spaventarli, aprì il fuoco con la sua Smith & Wesson 357 regolarmente denunciata e sparò colpendo un 26enne, poi finito in coma e rimasto paralizzato. Un episodio per cui Fedeli fu chiamato a rispondere di tentato omicidio. La notte del primo settembre nella sua villa, a distanza di ventiquattro anni, ha fatto incursione un'altra banda. Più persone che, tra l'una e le due, hanno forzato il portone di ingresso, manomettendo il cilindro della serratura e utilizzando una macchina come auto-ariete per forzare i pistoni del freno motore del cancello automatico all'ingresso. Fino ad arrivare ad agguantare la cassaforte da terra che era in casa. Indisturbati, perché l'industriale non era presente e il guardiano, che vive in un'abitazione più in basso, credeva che i rumori che aveva sentito fossero i soliti schiamazzi provenienti da un ristorante vicino. Invece, erano i ladri. Bottino? Non ingente come sperato, evidentemente dal commando. Da quanto ricostruito dai carabinieri di Castelgandolfo che ieri sono tornati nella villa per un ulteriore sopralluogo, infatti, nella cassaforte vi era più che altro dell'argenteria, un fucile a piombini e la stessa pistola che sparò nel 97 e che ormai Fedeli teneva ben chiusa.
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IL DUBBIO
Possibile che fosse l'arma l'obiettivo della banda? L'azione appare piuttosto eclatante rispetto al target, ma tutte le ipotesi restano aperte.