Rifiuti, chiude Colleferro, Il Comune striglia l'Ama: «Strade troppo sporche»

Rifiuti, chiude Colleferro, Il Comune striglia l'Ama: «Strade troppo sporche»
di Lorenzo Di Cicco
Giovedì 16 Gennaio 2020, 09:58 - Ultimo agg. 14:14
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Per Roma è il giorno della prova del 9, sui rifiuti: da ieri pomeriggio ha chiuso la discarica di Colleferro, dove la Capitale portava 1.100 tonnellate d'immondizia al dì. E ora? È scattato il piano B. Si sfrutteranno gli accordi attivati con l'Abruzzo (70mila tonnellate l'anno) e le Marche (20mila tonnellate, ma solo per il trattamento del pattume, non per smaltirlo). Si battono queste due piste per tamponare l'emergenza, almeno fino ad aprile-maggio. Poi dovrebbe partire la gara per portare gli scarti all'estero, anche se ancora non è stata siglata nemmeno un'intesa oltreconfine. Anche per questo la Regione Lazio spera che si riesca ad aprire già entro la fine del 2020 la discarica a Monte Carnevale, il sito indicato da Virginia Raggi, superando i mal di pancia di alcuni grillini. Nell'atto firmato da Zingaretti per dichiarare la fine delle misure d'emergenza, si parlava di «gennaio 2022» come termine ultimo per allestire l'impianto. Ma alla Pisana sperano che avvenga molto prima. Forse già entro l'anno in corso. Tocca prima passare da una conferenza dei servizi, poi bisognerà adeguare la cava. Ma se si accelera, confidano dalla Regione, la deadline di fine 2020-inizio 2021 potrebbe essere agganciata.

All'Ama, l'ad Stefano Zaghis è tranquillo: per ora la rete tiene, tutti i flussi di spazzatura che viaggiavano verso Colleferro, assicura l'azienda, «sono stati ricollocati». In Campidoglio c'è preoccupazione, invece. Tanto che l'altro ieri Laura D'Aprile, manager a capo della Direzione Rifiuti di Roma, ha scritto alla municipalizzata chiedendo un «aggiornamento urgente sulla gestione dei flussi dei rifiuti», per «evidenziare eventuali criticità», in relazione alla chiusura di Colleferro.
Il Comune ha chiesto anche «in considerazione delle numerose segnalazioni che quotidianamente pervengono, di fornire con urgenza un quadro dello stato della raccolta nei vari quadranti del territorio capitolino, con la stima dei quantitativi di rifiuti che ancora permangono presso le postazioni stradali e delle tempistiche di recupero della funzionalità ordinaria del servizio». Come a dire: tante strade sono ancora invase dai sacchetti e devono essere ripulite a stretto giro.
Nel frattempo, da Natale all'Epifania, sono andati a fuoco 34 cassonetti. A volte si tratta di cittadini esasperati, altre volte no. Ieri per il piromane che il 10 dicembre aveva incendiato i bidoni di via Calpurnio, zona Don Bosco, è arrivata la condanna a un anno e due mesi di reclusione, ridotti grazie alla scelta del rito abbreviato. L'imputato, un quarantenne che vive nel quartiere, però non ha ammesso la responsabilità.
 
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