Rifiuti a Roma, il Comune accelera: «Albano, camion ad agosto»

Rifiuti a Roma, il Comune accelera: «Albano, camion ad agosto»
Rifiuti a Roma, il Comune accelera: «Albano, camion ad agosto»
di Francesco Pacifico
Venerdì 2 Luglio 2021, 22:35
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Se potesse, Virginia Raggi manderebbe i rifiuti di Roma ad Albano Laziale già da domani. Invece bisognerà attendere almeno fino ad agosto per poter inviare i primi camion nella cittadina dei Castelli. La sindaca di Roma, nelle vesti di presidente della città metropolitana, a breve firmerà l’ordinanza emergenziale per riattivare la discarica di Ronciglione con i suoi 200mila metri quadri: incurante dei dubbi dell’avvocatura di Palazzo Valentini e dei ricorsi minacciati dai suoi colleghi sindaci dell’area, ma forte di un parere del ministero della Transizione ecologica, secondo il quale il sindaco metropolitano può sbloccare un impianto simile (serve un cambio di destinazione d’uso da discarica di servizio per un Tmb a discarica per rifiuti urbani) a fronte «di situazioni di eccezionale ed urgente necessità di tutela della salute pubblica e dell’ambiente». Intanto, parallelamente, la Regione accelera per autorizzare l’ampliamento della discarica di Roccasecca, nel Frusinate, con un quinto bacino: il via liberà dovrebbe arrivare entro la prossima settimana, ma i lavori non termineranno prima di settanta giorni.

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Tutto questo avviene, mentre nelle strade della Capitale ci sono circa 250 tonnellate di rifiuti che ogni giorno non vengono raccolti.

Da qui, la necessità per Raggi di sbloccare il catino di Albano. Ma su questo fronte non ci sono soltanto da affrontare problemi di natura giuridica, anche perché il sito è di un privato, che avrebbe altri progetti per l’impianto. La discarica di Ronciglione è di fatto ferma dal 2016, quando è bruciato il Tmb voluto e costruito da Manlio Cerroni. In primo luogo vanno riattivate tutte le reti, tutte le tubature per drenare il gas prodotto dagli scarti di lavorazione o il percolato. C’è poi da controllare l’abbancamento dei materiali già presenti, per valutare la stabilità dei terreni. Senza contare che è necessario un potenziamento delle vie d’accesso per i camion. Fonti vicine alle proprietà sottolineano che questi lavori necessitano di almeno due mesi, ma in Campidoglio sono convinti di concludere le opere entro la metà del tempo.

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Virginia Raggi, però, va avanti senza remore. Ieri, via social, ha confermato che «come sindaca della Città metropolitana di Roma ho chiesto ai miei uffici di fare un’ordinanza immediata per la riapertura della discarica di Albano, che è una di quelle che la Regione Lazio continua a tenere chiusa». Per concludere: «La riattivazione di questa discarica di Albano ci consentirà di trovare nuovo sbocco per i rifiuti. Io la mia pianificazione territoriale l’ho fatta. Ora saranno i privati a dover aprire impianti o discariche nelle aree utilizzabili. Ognuno deve fare la sua parte e anche la Regione Lazio deve fare il suo: aprire le discariche, altrimenti il sistema si blocca». In realtà dalla Pisana replicano che, per quanto riguarda il sub ambito della Capitale, deve essere la sua prima cittadina a indicare un sito idoneo per la discarica. Dubbi anche per l’operazione Albano: da un lato si teme che la sortita della Raggi finisca per acuire i contrasti con le comunità legali, dall’altro per andare avanti servirà rifare l’Aia, l’autorizzazione integrata ambientale, che va ottenuta dopo una conferenza dei servizi. 
Via Cristoforo Colombo poi accelera sullo sblocco del quinto bacino di Roccasecca. A far bene sperare è la decisione dei proprietari della Mad di andare avanti con il progetto, nonostante i tentennamenti del maggiore azionista Valter Lozza (ora gli arresti domiciliari per l’inchiesta della Procura di Roma sulla discarica di Monte Carnevale). Unica eccezione posta è quella su chi salderà il conto dei lavori: Mad infatti non avrebbe nascosto le difficoltà per reperire i fondi necessari. Ma se ci fosse il via suo libera, allora non sarebbe necessario un atto formale come l’esproprio. Intanto ieri la Raggi ha annunciato la gara per sbloccare l’acquisto dei cassonetti: ne saranno presi 30mila, «ma avremo bisogno del doppio».

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