Roma, stop al porta a porta: tornano i cassonetti da Ostia al Tiburtino

Via Siria, Roma
Via Siria, Roma
di Francesco Pacifico
Sabato 9 Maggio 2020, 15:14
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Ama è pronta a fare un passo indietro nella raccolta differenziata porta a porta dei rifiuti. Cioè quella effettuata con i camioncini, che in molte parti della città ritirano direttamente a domicilio i sacchetti. E che è sempre stata una stella polare nelle politiche ambientali della giunta Raggi e dei Cinquestelle. 

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Nell’ultimo piano occupazionale presentato al Comune - e nel quale si chiede all’azionista il via libera al reclutamento di circa 400 addetti - la municipalizzata annuncia che tra quest’anno e il 2021 il porta a porta non sarà più effettuato per circa 100mila utenti, pari a 400mila persone. Si tornerà alla cosiddetta raccolta stradale, quella con i cassonetti per ogni diverso materiale. Al riguardo l’azienda ha informato i sindacati che si appresta a comprare 30mila secchioni in ferro (per risparmiare dovrebbero essere recipienti rigenerati, con un costo unitario intorno ai 500 euro) e ad ampliare la flotta con 59 compattatori.

All’inizio del loro mandato gli esponenti della giunta Raggi definivano il porta a porta «la vera raccolta differenziata», indispensabile per portare a 600mila le tonnellate di materiali da riciclare entro il 2019. Di più, si voleva estendere il Pap a tutta la Capitale. In quest’ottica erano state anche lanciate alcune sperimentazioni in cinque municipi per conferire l’immondizia in sacchetti con un chip elettronico, in grado di controllare che i cittadini rispettassero le prescrizioni sulla differenziata. E partendo da tutto questo, si comprende perché il Campidoglio non abbia apprezzato la svolta dell’attuale management di Ama. Tanto che da Palazzo Senatorio fanno sapere che il piano dell’amministratore unico, Stefano Zaghis, va rivisto.
A quanto si sa, Ama - rimodulando il servizio per 100mila utenze - intende ridurre il porta a porta in alcuni municipi come il IV, il VI o il X dove sono state segnalate molte criticità nella raccolta, tornando già in alcuni casi alla collocazione dei cassonetti per strada. Diverso discorso per il I Municipio, dove l’azienda starebbe ragionando con la giunta Alfonsi su come potenziare la differenziata.
 
Tutto questo avviene mentre la riapertura parziale di bar e ristoranti rallenta la raccolta in alcune zone, anche se da via Calderon de La Barca garantiscono di avere la situazione sotto controllo. Tornando al piano occupazionale presentato nei giorni scorsi in Campidoglio, Ama chiede di poter assumere 400 addetti, dei quali 325 operatori ecologici in part time, 40 meccanici, 20 operatori cimiteriali, 15 operai di impianto, che coprirebbero i circa 460 dipendenti andati in pensione nell’ultimo triennio. Da reperire in seguito anche figure dirigenziali per strutture come la gestione degli impianti, della flotta, della security o dell’audit. Dopo la revoca del contratto a Roma Multiservizi, sempre Ama non esclude poi di effettuare direttamente altri lotti nel porta a porta delle Und, le utenze non domestiche, cioè quelle di bar, ristoranti e negozi. In una recente mozione passata in aula Giulio Cesare, l’assemblea capitolina spinge per mantenere questo servizio in outsourcing.

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