Adiós Atac. Meglio la vita alle Canarie che i turni da capostazione sulle banchine scalcinate della metro. Alla fine T.G. si è dimessa. Certo, per un anno e mezzo ha continuato a incassare l’assegno della partecipata del Campidoglio, mentre nell’arcipelago subtropicale metteva su la sua nuova attività, un bed & breakfast con jacuzzi, petali di rosa sugli asciugamani e terrazza vista Oceano. Probabilmente avrebbe continuato così, col doppio guadagno, se la municipalizzata non l’avesse messa alle strette. Avviando una procedura disciplinare, incrociando i dati con l’Inps sui certificati medici (con qualche anomalia), e sospendendola dallo stipendio. Nel palazzone di via Prenestina erano pronti al passo successivo: la «destituzione», cioè il licenziamento. Ma la capostazione, ormai ex, ha giocato d’anticipo: qualche giorno fa ha spedito una lettera per comunicare all’azienda la rinuncia al posto fisso. E tanti saluti. Forse. Nel senso che potrebbe sempre fare causa. Magari appigliandosi a qualche cavillo.
Capostazione Atac «malata» apre B&B alle Canarie, un sindacato la difende: «Che male c'è?»
Rischio ricorso
Non sarebbe la prima volta. Il Tribunale del lavoro ha sfornato in passato sentenze sorprendenti: per esempio con l’autista-Califfo, un altro dipendente dell’Atac abituato a mettersi in malattia per andare a cantare nelle balere “Tutto il resto è noia”, col baffo da Franco Califfano. Il giudice l’ha reintegrato e Atac ha dovuto riassumerlo. Ma tempo un paio d’anni è stato licenziato di nuovo: gli investigatori dell’azienda l’hanno beccato a rubare gli incassi dei parcheggi delle strisce blu. Altro licenziamento. Chissà stavolta come finirà.
T.
Roma, la capostazione Atac in malattia da marzo 2020 alle Canarie: «Qui ho B&B, ma tengo il posto»
Gli incassi
Di sicuro la frattura non le ha impedito di trasformare la casa alle Canarie (di proprietà) in un B&B. Reclamizzato anche sul suo profilo Facebook, a ciclo continuo: foto della piscina a sfioro, dei brindisi fronte spiaggia, dei motoscafi all’orizzonte. Con didascalie impossibili da non invidiare: «Voglia di mare, di sole e relax? What else? Che altro? Contattaci per informazioni», scriveva sul social, allegando il link della residenza per turisti. Certo col Covid gli incassi non sono andati a gonfie vele: «Ho una casa vacanze, registrata con tutti i permessi – ci spiegava - ma con la pandemia non è facile affittare. Non affitto più». Anche se l’ultimo post della struttura su Instagram risale al 2 agosto. Ma coraggio: ora avrà tutto il tempo (e le energie) per rilanciare il B&B. Senza lo stipendio pagato dai contribuenti romani.
Roma, apre un B&B alle Canarie, ma per l’Atac la capostazione è in malattia da un anno e mezzo