Roma, baby gang pesta un anziano: «Ci stavamo annoiando»

Roma, baby gang pesta un anziano: «Ci stavamo annoiando»
di Marco De Risi e Stefania Piras
Martedì 10 Marzo 2020, 08:53
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Due immagini, la prima conseguenza della seconda. Un anziano con il volto tumefatto e gli occhi gonfi ridotti a due fessure dolenti. Poco prima, l'altro fotogramma: cinque ragazzi, alcuni minorenni, intenti a vandalizzare i giochi per bambini del parco e disturbati dall'anziano poi picchiato perché «ci aveva provocato», come hanno detto con una scusa assurda gli stessi adolescenti ai carabinieri della compagnia di Montesacro. In mezzo alle due immagini c'è il pestaggio dell'anziano, un romano over 70 che è stato preso a calci e pugni domenica pomeriggio nel parco di largo Labia alle porte di Fidene, nel III Municipio.

LA RICOSTRUZIONE
E infatti i militari di Montesacro ora stanno indagando e procedono contro il reato di lesioni. L'uomo è entrato al pronto soccorso dell'ospedale Sant'Andrea conquistando lo stupore dei sanitari impegnatissimi a smistare le ferree priorità dettate dal coronavirus. E hanno visto entrare l'uomo malfermo che era una maschera di sangue. Lo hanno rimandato a casa con 25 giorni di prognosi. L'aggressione è andata in scena nel pomeriggio di domenica, intorno alle 16 e 15, sotto lo sguardo di numerosi testimoni. Come una ragazza che era andata lì a correre. E cosa ha visto mentre correva? «Sentivo urlare: Smettetela, smettela!», racconta. E poi ha visto un capannello di ragazzini curvi su qualcosa o qualcuno. «Erano accaniti, mi creda», riferisce. «Ero convinta che fosse un atto di bullismo contro uno di loro, un coetaneo, e già sarebbe molto grave, ma sono rimasta impietrita quando ho visto che la vittima del gruppetto era un anziano», continua. Molti hanno urlato e hanno cercato di interrompere il pestaggio nato perché l'uomo si era permesso di dire che non dovevano rompere i giochi del parco, che non c'era motivo e che dovevano piantarla. Una lezione di educazione civica, insomma. I ragazzini, tutti giovanissimi, che stavano armeggiando sulle giostre con dei bastoni hanno risposto con un attacco di violenza cieca. Poi quando hanno visto che molti avventori del parco avevano notato lo spettacolo brutale se la sono data a gambe.

I TESTIMONI
Ma la stessa testimone oculare che stava facendo jogging li ha inseguiti e li ha raggiunti fino al capolinea del bus 90. «Nessuno li ha fermati», ricorda rimettendo insieme i pezzi dell'inseguimento . «E anche io a un certo punto mi sono dovuta fermare visto che sono stati raggiunti da altri ragazzi, tra cui una ragazzina coi capelli lunghi, lisci e neri, e ho temuto per me», confida. Il punto di ritrovo era accanto a un distributore di benzina, prima della scalinata per accedere alle case popolari. Paura di un manipolo di ragazzini? Sì, soprattutto dopo aver visto l'anziano totalmente inerme. A quel punto sono stati avvertiti i carabinieri che con un'indagine lampo hanno individuato i responsabili dell'aggressione che sono due adolescenti, uno di appena 18 anni e l'altro di 17, anche se hanno agito all'interno di un gruppo. All'inizio, in caserma, i due hanno fatto scena muta e poi quando hanno letto loro le descrizioni perfette dei testimoni hanno cominciato a cedere e a farfugliare spiegazioni incomprensibili: «Che dovevamo fare? Ci aveva provocato!». La domanda degli investigatori era una, semplice, dritta. «Perché lo avete fatto?». Così si scopre che dal nulla è esplosa la violenza. Questo il nesso di causa effetto offerto. E che dovrebbe spiegare le numerose azioni di degrado e vandalismo che imperversano nel parco di largo Labia e che vedono spesso protagonisti minori che «per noia» spaccano bottiglie dentro il campo da basket, a volte incendiano le panchine e fanno sì che «ormai non sia più un parco sicuro», raccontano gli avventori dell'area verde nel Municipio III.
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