Tagliato il barbiere, sono rimasti gli sprechi. Welcome to Atac-Tor Sapienza, la seconda rimessa più grande del Campidoglio, quasi mille dipendenti tra autisti e operai, i quali fino al 2017 annoveravano, tra i benefit, anche un servizio di coiffeur dedicato all’interno del deposito. Lo cacciò via, nel suo brevissimo interregno al timone della municipalizzata, l’ex direttore generale Bruno Rota. Ma altre inefficienze e opacità gestionali sono rimaste in questa cittadella dei trasporti che sbuca sulla Prenestina, poco dopo il Quarticciolo, tra una baraccopoli dei rom e un campo di calcio. La mala gestio naturalmente è finita nel mirino della Procura, che negli ultimi anni ha più volte aperto inchieste sugli scandali via via scoperchiati.
Nel 2019 per esempio è finito sotto indagine un autista che inventava scuse per non montare a bordo del bus e restare in deposito (purtroppo per lui, senza più la possibilità di fare barba & capelli mentre i romani restavano a piedi). «Il mezzo è guasto, non posso partire», giurava ai superiori.
C’è poi il tema della manutenzione colabrodo, resa difficile anche dal fatto che l’Atac per anni, con i conti in profondo rosso, è ricorsa a maldestri patchwork con i pezzi di ricambio, smembrando le carcasse dei bus inutilizzabili e rimontandoli a bordo delle vetture messe meglio, pur di farle girare e assicurare il servizio. Col concordato le cose sono migliorate, i fornitori hanno ripreso a spedire ricambi decenti, ma gli effetti di quella condotta sono rimasti. Anche qui, si è mossa la Procura, che a dicembre 2020 ha iscritto nel registro degli indagati 11 funzionari dell’azienda per le omissioni nelle manutenzioni e le falle nei collaudi. Tra le rimesse oggetto d’indagine, Tor Sapienza e Grottarossa. Nel mirino, c’erano proprio i flambus.
Il piano antincendio
Il maxi-rogo dell’altra notte scopre anche i difetti nelle procedure di sicurezza: le fiamme si sono propagate incenerendo quasi 30 mezzi. «Erano ammassati uno accanto all’altro», denuncia Claudio De Francesco della Uil. «Servono nuove norme per fare in modo che in caso di incendio si limitino i danni», incalza Eugenio Patané, il presidente della Commissione Trasporti della Regione, ieri in visita alla rimessa col candidato sindaco Gualtieri. Secondo i sindacati, anche il piano antincendio è da aggiornare: era pensato per la rimessa quando, prima del 2008, ospitava quasi solo mezzi a gasolio. Ora la metà sono a metano, come quelli appena bruciati. «Ma non è stato cambiato».