Roma, roghi dal campo rom: scuola calcio costretta a chiudere. «Bambini con tosse e occhi gonfi»

Roma, roghi dal campo rom: scuola calcio costretta a chiudere. «Bambini con tosse e occhi gonfi»
Roma, roghi dal campo rom: scuola calcio costretta a chiudere. «Bambini con tosse e occhi gonfi»
di Elena Panarella
Giovedì 20 Maggio 2021, 08:42 - Ultimo agg. 21 Maggio, 10:31
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Occhi infiammati, polmoni ingolfati. L'odore acre e denso continua ad espandersi a Villa Gordiani rendendo l'aria giorno dopo giorno sempre più irrespirabile, costringendo i residenti a barricarsi in casa. A farne le spese anche i bambini della scuola calcio San Lorenzo costretta a chiudere «per l'aria irrespirabile». L'intera struttura confina con il campo rom «ogni giorno una nuvola nera avvolge tutto quello che incontra». E si perché non sono fuochi fatui a bruciare, ma copertoni, plastica di ogni genere e montagne di rifiuti. «Stanno inquinando l'aria», è il grido d'allarme dei residenti. «Ma nessuno interviene, siamo abbandonati a noi stessi».

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Da mesi i genitori dei piccoli calciatori hanno deciso di non mandare più i loro figli agli allenamenti «è una questione di salute e lo denunciamo da tempo ormai - raccontano le mamme di Mattia e Roberto - qui bruciano di tutto: cavi di rame, immondizia.

I bambini tornano a casa con gli occhi infiammati e una strana tosse. Negli ultimi tempi gli allenamenti terminavano prima: il fumo nero invadeva puntualmente i campi». Qualche piccolo calciatore è stato costretto persino a farsi visitare in ospedale: «respiro affannato e vista offuscata». I gestori della società ai loro allievi ci tengono molto e per questo hanno provato persino a parlare con chi vive al di la del muro, ma non è servito a molto. Anzi. Sono volate minacce e addirittura cani aizzati contro di loro. Nemmeno le denunce fatte in questi anni sono servite. E così dopo aver resistito a un conflitto mondiale, a epidemie varie, la storica società romana, che opera dal 1940, è costretta a serrare i cancelli a causa dei fumi tossici provenienti proprio dal vicino campo rom. «Tutti siamo cresciuti su questi campi di calcio - si sfogano gli abitanti - e non è giusto quello che sta accadendo».

LA REPLICA DEL COMUNE
Intanto il Campidoglio ieri pomeriggio con una nota ha annunciato nuovi controlli nella zona «da qualche giorno all'esterno del campo rom è stato attivato un servizio di vigilanza diurna che verrà esteso anche alle ore notturne. Le pattuglie della Polizia locale saranno impegnate h24 nel controllo dell'area». Anche le Iene due giorni fa hanno fatto visita al campo rom accanto alla scuola calcio per provare a parlare con gli abitanti dell'insediamento, ma per tutta risposta l'inviato del programma, Filippo Roma, è stato aggredito. Più precisamente gli è stata lanciata una grossa pala addosso. Risultato: sette giorni di prognosi. «Centocinquanta bambini non possono più allenarsi per evidenti difficoltà respiratorie - sottolinea Federico Rocca, responsabile romano degli enti locali FdI - rimarranno a casa in un lockdown prolungato, mentre il resto delle società calcistiche hanno ripreso le attività». Sono davvero troppe le zone diventate ormai parte di un paesaggio avvolto dai fumi. Una mappa sempre più fitta di piccole terre dei fuochi che stanno portando all'esasperazione i cittadini. A farne le spese i più piccoli. «Chiediamo provvedimenti immediati, controlli serrati da parte della polizia locale - dice il consigliere capitolino della Lega, Davide Bordoni - a cui devono seguire i sequestri delle aree incriminate e le conseguenti azioni repressive». Gli fanno eco Fabrizio Santori, dirigente regionale della Lega, ed Emiliano Corsi (V Municipio) «interesseremo il Prefetto affinché proceda immediatamente, coinvolgendo anche carabinieri e questura, contro i responsabili di quel campo perseguendoli per danno ambientale e attentato alla salute pubblica».
 

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