Roma, lo sgomberano da casa e lui per vendetta stacca sanitari e infissi

L'appartamento era finito all'asta perché l'uomo non pagava gli alimenti all'ex moglie

Roma, lo sgomberano da casa e lui per vendetta stacca sanitari e infissi
di Adelaide Pierucci
Giovedì 11 Novembre 2021, 07:57 - Ultimo agg. 12:10
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L'idea che la sua casa fosse stata messa all'asta non gli andava giù. E così prima di andare via ha smurato anche la porta di casa. Solo l'ultimo atto, perché deve avere il libero professionista romano, residente a Monteverde, deve avere impiegato più giorni per liberare a suo modo l'appartamento che riteneva gli fosse stato portato via ingiustamente e che invece era stato messo in vendita da un giudice per tre esecuzioni immobiliari, avviate per il mancato pagamento delle rate di un finanziamento, del condominio e degli alimenti alla moglie. Giorno dopo giorno il proprietario di casa in preda all'ira ha smontato gli infissi, i sanitari, la caldaia, le prese, i termosifoni, la veranda e persino il contatore del gas, provocando un danno, stabilito con perizia, di oltre ventimila euro. La conclusione, ieri, a piazzale Clodio: l'uomo, che era stato denunciato dal nuovo proprietario della sua casa e dall'Istituto vendite giudiziarie che ne era custode, è stato condannato a tre mesi di carcere con l'accusa di inosservanza a un ordine del giudice. La casa, infatti, una volta messa all'asta e correttamente aggiudicata avrebbe dovuto essere consegnata integra, così come disposto dal giudice che si era occupato dalla procedura esecutiva immobiliare e non fatta a pezzi: con le mura prese a picconate.

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LA PERIZIA
È stata una perizia a ricostruire le scene di distruzione, precisando quali fossero le condizioni della casa, prima e dopo l'intervento dell'ex proprietario. «In occasione del sopralluogo eseguito in data 18 novembre del 2016 il bene in esame si trovava in discrete condizioni di conservazione e manutenzione - premette l'esperto - lo stesso non presentava danni ed era agibile ed abitato e la suddivisione in due interni (effettuata dopo la separazione dell'imputato dalla moglie) era netta data anche la presenza di due ingressi e la suddivisione muraria era integra».

Per poi aggiungere: «In occasione del sopralluogo del 2 marzo invece era notevolmente cambiata, l'appartamento presentava i seguenti danni: risulta mancante la porta finestra, non funzionanti 5 tapparelle esterne, rimosse le maniglie delle uniche 5 finestre non asportate, mancano 4 inferriate rimosse con danneggiamento della cortina del palazzo. Un elenco lungo, si prosegue infatti: 4 porte danneggiate e lasciate senza maniglia, più quella a scrigno direttamente sottratta, sradicate le 43 prese elettriche; il lavabo, il bidet, il water, la vasca e lo scarico del bagno fatti sparire; il muro divisorio dei due appartamenti abbattuto». Quantificazione del danno 22.400 euro, esattamente la cifra che l'imputato dovrà risarcire alla vittima, ossia al nuovo proprietario di casa, così come stabilito dal giudice Valeria Cerulli a corredo della condanna di ieri.

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LE REAZIONI
«Il mio assistito aveva comprato la casa all'asta giudiziaria e il giorno della liberazione dell'immobile gli è stata consegnata devastata», commenta l'avvocato Stefano Panzironi, che nel procedimento ha assistito il nuovo proprietario della casa. «Siamo soddisfatti del pieno riconoscimento dei danni provocati». Per l'Istituto vendite giudiziarie, rappresentato dall'avvocato Carmine Lombardo, invece, è stato riconosciuto il risarcimento per le spese legali del procedimento, non avendo subìto danni diretti.
Adelaide Pierucci
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