Roma, spintoni alla carabiniera: Casamonica condannato a 4 mesi

Roma, spintoni alla carabiniera: Casamonica condannato a 4 mesi
Roma, spintoni alla carabiniera: Casamonica condannato a 4 mesi
di Marco Carta
Venerdì 7 Agosto 2020, 07:34
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Schiaffi, pugni e colpi proibiti per vendicare l'onore del figlio. Ha massacrato di botte un 35enne romeno lasciandolo col volto insanguinato e un dente rotto in mezzo alla strada: «Io ti ammazzo». E, non contento, se l'è presa anche con una giovane carabiniera, intervenuta per sedare la il pestaggio: «Non mi frega un cavolo di chi sei. Vattene». Enrico Casamonica, classe 75, voleva punire un presunto torto subito dal figlio sedicenne. E alla fine si è ritrovato con una condanna a quattro mesi per resistenza a pubblico ufficiale.

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IL FATTO
Prima la presunta offesa. Poi la punizione esemplare in strada. «Così impari». È mercoledì pomeriggio quando il 45enne Enrico Casamonica, con precedenti per spaccio risalenti a venti anni fa e un carico pendente per furto, si presenta in un bar di via del Torraccio di Torrenova, tra Tor Bella Monaca e Torre Angela, alla ricerca di un uomo di nazionalità romena, che in quel momento è seduto ai tavolini esterni del locale.
È furioso e inizia a tempestarlo di pugni sul volto. Un amico della vittima prova a fermare le violenze lanciando una sedia contro Casamonica che, però, è inarrestabile. Alla scena assiste per caso anche una giovane donna carabiniera in borghese. In quel momento si trova fuori dal servizio, ma decide di intervenire per bloccare il violento pestaggio. Prova a mettersi in mezzo fra i due uomini mentre se le danno di santa ragione. Si qualifica, dicendo di essere un carabiniere. Ma il Casamonica è una furia: «Non mi frega un cavolo chi sei» urla alla militare, prima di scaraventarla via, con una spinta con il braccio, e accanirsi di nuovo contro il romeno, che subisce inerme i colpi senza nemmeno difendersi.

Solo l'arrivo degli altri carabinieri del nucleo radiomobile, chiamati in supporto della giovane collega, mette fine alle violenze. Il romeno, steso a terra, ha un dente rotto, il volto insanguinato e pieno di lividi. E viene portato con l'ambulanza al pronto soccorso del policlinico Casilino. Mentre Enrico Casamonica viene arrestato per aver spintonato la carabiniera. «Stavo fuori di cervello, ero agitato non l'ho sentita che si qualificava. Non volevo colpirla».

Quando ieri mattina si è ritrovato a piazzale Clodio, Enrico Casamonica, difeso dall'avvocato Massimo Titi, ha provato più volte a giustificarsi, spiegando anche perché si fosse accanito contro quel 35enne romeno. «Mio figlio poco prima aveva chiesto una sigaretta a quell'uomo ed era stato picchiato - ha detto Enrico Casamonica in aula rispondendo alle domande del giudice - Per questo quando è tornato a casa e me lo ha riferito, sono andato al bar a cercarlo».

La sua versione dei fatti antecedenti al pestaggio, tuttavia, è ancora da verificare, anche perché, in assenza della denuncia della vittima, che ha riportato lesioni guaribili in meno di venti giorni, Casamonica si è ritrovato accusato solamente del reato di resistenza a pubblico ufficiale. Nei suoi confronti il pm d'aula, Silvia Pirro aveva chiesto una pena di tre mesi. Il giudice monocratico invece lo ha condannato a quattro mesi, disponendo anche l'obbligo di firma un giorno a settimana.
 

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