Roma, travolse e uccise un panettiere: sette anni al pirata della strada

Roma, travolse e uccise un panettiere: sette anni al pirata della strada
di Giuseppe Scarpa
Sabato 11 Gennaio 2020, 09:52 - Ultimo agg. 09:53
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Completamente ubriaco ha imboccato una strada contromano, a più del doppio del limite consentito, e in piena notte ha travolto e ucciso un ragazzo, un panettiere che stava andando in moto al forno in cui lavorava ormai da diversi anni. Il pirata poi si è dato alla fuga lasciando sul selciato il corpo senza vita di Davide Marasco, 31 anni, padre di un bimbo di nove. Naim Xhumari è stato arrestato mezzo chilometro più lontano solo perché la sua Ford Fiesta, in panne, non gli ha permesso di dileguarsi.
Sono passati poco più di sette mesi, da quel terribile 27 maggio, e ieri Xhumari, 49 anni albanese, è stato condannato, in abbreviato, quindi con lo sconto di un terzo della pena, a 7 anni e due mesi di reclusione. Il pubblico ministero gli contestava i reati di omicidio stradale e di omissione di soccorso.

Davide, ucciso da un ubriaco contromano: aveva deciso di abbandonare lo scooter

LE REAZIONI
Una decisione del giudice che ha, in parte, soddisfatto i familiari della vittima. Soprattutto la madre di Marasco indignata per la richiesta del sostituto procuratore. L'accusa, infatti, aveva sollecitato una condanna a cinque anni di carcere.
«Ora ha pagato. Certo nessuno mi ridarà mio figlio ma giustizia, per lo meno, è stata fatta», ha spiegato in lacrime fuori dall'aula del tribunale Maria Grazia Carta, la madre di Davide Marasco. «Durante il processo - ha sottolineato la donna - in molti parlavano di incidente stradale, ma questo non è niente altro che un omicidio, è in questo che modo bisogna definirlo. Se ti metti in macchina e guidi ubriaco è come essere un proiettile sparato da un pistola», ha aggiunto la donna, maestra in una scuola di Tor Bella Monaca. L'imputato, detenuto in carcere, nella precedente udienza aveva letto una lettera di scuse. Ieri, dopo la decisione del giudice, è uscito a testa bassa, evitando di incrociare lo sguardo dei parenti della vittima.
Anche il legale della famiglia Marasco ha commentato la decisione del giudice. «Sono soddisfatto dell'esito del giudizio e della pena irrogata - ha spiegato l'avvocato di parte civile, il penalista Vincenzo Morganti - Il giudice ha correttamente inquadrato la fattispecie. Questo è uno di quei casi in cui il reato di omicidio stradale si è dimostrato efficace nella sua fase applicativa. Certo, per un genitore o una moglie è una magra consolazione, considerato che nessuno restituirà Davide alla sua famiglia».
 



L'INCIDENTE
A bordo del suo scooter stava percorrendo via Casilina in direzione centro, quando all'altezza del grande raccordo anulare, intorno alle tre e un quarto di mattina, l'auto guidata da Xhumari ha imboccato la strada nel senso opposto di marcia e lo ha travolto. L'autista ha quindi messo la prima, e come se nulla fosse, se ne è andato via. Salvo poi fermarsi a un centinaio di metri di distanza, perché la Fiesta che guidava non poteva muoversi a causa dei danni subiti. Arrestato dalla polizia Xhumari, originario dell'Albania, è finito in carcere. Quando i vigili gli hanno chiesto di sottoporsi all'etilometro lui si è rifiutato.
Dal prelievo del sangue effettuato sette ore dopo in ospedale sono emersi comunque dei valori di alcol oltre i limiti: 1,59 grammi per litro, quando il consentito è di 0,5. Una morte terribile a cui si era aggiunto lo shock dei parenti per aver saputo della decesso di Davide attraverso i social network. «Ho saputo della morte di mio figlio a scuola. Nessuno mi ha cercata. Mia figlia è venuta a saperlo sui social. La polizia municipale si è presentata a metà mattina: una superficialità e disumanità unica. Non siamo stati tutelati».

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