Roma, Raggi: «Rifatte tutte le strade». La sindaca smentita dai dati sugli interventi

Roma, Raggi: «Rifatte tutte le strade». La sindaca smentita dai dati sugli interventi
Roma, Raggi: «Rifatte tutte le strade». La sindaca smentita dai dati sugli interventi
di Alessia Marani
Sabato 5 Settembre 2020, 01:06
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Quando le fanno vedere il video della conferenza stampa della notte elettorale del 2016 in cui prometteva: «Il vento sta cambiando», risponde così: «Tanti cittadini andando in giro per Roma mi dicono: il cambiamento si vede». Virginia Raggi, giovedì sera in tv su La7, a “In Onda”, si è fatta spavalda. Il cambiamento, dopo quattro anni di “cura”, secondo lei sarebbe così evidente da legittimarne la candidatura per il bis. E snocciola dati che, ai più, sono sembrati un tantino esagerati. «Rifatto il 90% delle strade della città, 780 chilometri», «risanate Atac e Ama», «stiamo chiudendo i campi rom».

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Parole che stridono con la situazione della Capitale, e basta farsi un giro, da Nord a Sud, dal Centro alle periferie, per riscontrare un’altra realtà e incappare in strade spesso rattoppate alla bene e meglio. Senza contare che la sindaca toglie dal computo i 4.700 km in gestione ai municipi, diramazioni di Roma Capitale. Ma in ogni caso i conti non tornano: a fine maggio il M5S romano si era vantato di avere riasfaltato «più di un milione di metri quadrati di strade». Gli ha risposto il Pd: «Sarebbero 100 km». Quindi una strada su 8, solo per la viabilità gestita direttamente dal Campidoglio. 

Per non parlare dei rifiuti, la raccolta differenziata da programma elettorale avrebbe dovuto essere al 70% e invece è al 45%. «Ama? Adesso stiamo approvando i bilanci. Stiamo risanando l’azienda», la versione in tv di Raggi. Ma l’azienda, che fino a quattro anni fa annotava utili nei consuntivi, dal 2016 non approva il bilancio.
Raggi posta il link alla sua intervista sulla sua pagina Facebook. In tanti la seguono ma non sono proprio incantati dalla Roma descritta, ossia da una città in cui tutto sembra improvvisamente perfetto.

Scrive Mauro, che si fa largo tra i fan: «Non mi serve ascoltarla. Mi basta il cassonetto stracolmo sotto casa; il campo rom abusivo e relativo quintale di monnezza davanti (via dei Gordiani); il parco giochi recintato e stracolmo di erbacce da oltre un anno nel parco Villa de Sanctis; le fermate metro Barberini e Repubblica e Spagna chiuse per mesi». E continua: «Perché io sono e vivo a Roma mica come quelli che la incensano come la più brava e la più coraggiosa sindaca del mondo e poi vivono altrove». Dice Raggi della lotta ai soprusi di clan criminali come i Casamonica, egemoni a Roma est, e gli Spada, a Ostia. Emblematico l’abbattimento delle villette abusive dei Casamonica al Quadraro; azione rivendicata dalla presidente del VII Municipio Monica Lozzi, ex grillina e ormai avversaria: «Raggi venne solo per la conferenza stampa». 

Il debito di Atac? «Ora non c’è più», ha detto su La7 Virginia Raggi. Naturalmente il debito esiste ancora, 1,3 miliardi, l’azienda dal 2018 è sotto concordato fallimentare e continuerà a pagare le rate ai creditori per anni. Rispetto al 2016, quando Raggi è stata eletta, bus e tram percorrono quasi 3 milioni di km in meno l’anno, basta fare un paragone con i dati del 2019 (sul 2020 pesa ovviamente l’effetto Covid). «I mezzi a fuoco? Spesso hanno 20 anni», si difende la sindaca. Ma gli incendi hanno colpito anche vetture di 5 anni. «Negli ultimi anni gli autobus non venivano sostituiti». Non è vero: proprio prima che Raggi si insediasse, nel 2016, ne furono ordinati 150. «La prossima settimana inizieranno ad arrivare i nuovi 328 bus». La stessa promessa la fece a luglio: «Entreranno in servizio per agosto». Mai successo.

Fino al 2016, Ama macinava bilanci in utile. Il consuntivo del 2017 non è mai stato approvato dalla giunta, le versioni presentate dai vari Cda (silurati dalla sindaca o dimissionari in successione) prospettavano tutti perdite milionarie. Per l’attuale au, Zaghis, è necessaria una ricapitalizzazione per novembre oppure l’azienda non potrà andare avanti. Eppure Raggi in tv si è vantata: «Ama? Adesso stiamo approvando i bilanci. Stiamo risanando l’azienda». Che appunto, prima di lei, era in utile, ora no. La differenziata che, secondo il programma M5S, entro il 2020 doveva superare il 70% è ferma al 45%. Anzi: in alcune zone si sta smantellando il porta a porta. L’assenza di impianti? Scaricabarile: «Il tema è regionale. Se sono favorevole o contraria agli inceneritori? È indifferente».

Raggi è convinta che su «800 km di strade in gestione al Comune, entro la fine del mandato avremo completamente rifatto 780 km, il 90%. Mancano solo 20 chilometri». Senza contare che la sindaca toglie dal computo i 4.700 km in gestione ai municipi (che fanno sempre capo a Roma Capitale...), i conti non tornano: a fine maggio il M5S romano si era vantato di avere riasfaltato «più di un milione di metri quadrati di strade». Gli ha risposto il Pd: «Sarebbero 100 km». Anche considerando solo le strade gestite direttamente dal Comune, sarebbe una strada su 8. Altro che 90%. Molte vie appena ricoperte di bitume già presentano incavature e avvallamenti. Nel frattempo si moltiplicano le richieste di risarcimento danni, raddoppiate dal 2017 al 2018. E la Procura ha aperto un’inchiesta sui fondi per la manutenzione dirottati altrove. 

«Loro li hanno aperti, noi li stiamo chiudendo», dice Virginia Raggi durante il talk show “In Onda”. Parla dei campi rom: finora, in 4 anni e due mesi di governo, ha chiuso solo il Camping River, dopo l’intervento dell’Anticorruzione, perché l’operazione non era prevista dal Piano Rom comunale varato nel 2017. Poi a parte qualche baraccopoli - l’ultimo sgombero vicino al Foro Italico, mentre molti degli accampati traslocavano di nascosto in un’area vicino all’Aniene - nessun intervento. La strategia della giunta è cambiata di continuo: si è tentato con i rimpatri (meno di 20 famiglie coinvolte, alcuni sono anche tornati a Roma), poi i bonus affitto, altro flop, poi ancora le case popolari, che Raggi fino a gennaio 2019 negava di voler sfruttare per chiudere i campi.

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