Roma fase 2, bar e parrucchieri, la Regione: «Niente aperture anticipate»

Roma fase 2, bar e parrucchieri, la Regione: «Niente aperture anticipate»
Mercoledì 6 Maggio 2020, 09:15 - Ultimo agg. 20:13
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Nicola Zingaretti sulla riapertura di bar, ristoranti, parrucchieri ed estetisti è più cauto dei suoi colleghi di Veneto ed Emilia Romagna, il leghista Luca Zaia e il piddino Stefano Bonaccini: dovranno aspettare ancora prima di rialzare la saracinesca. Per i primi (che già vendono vivande consegnandole a domicilio o in modalità takeway) la data per tornare a servire ai tavoli resta il primo giugno. Idem per coiffeur, barbieri e centro di bellezza. Il concetto è stato ribadito ai rappresentanti di Confcommercio, Confesercenti e Cna, che ieri hanno tenuto in videoconferenza una riunione con l'assessore regionale allo Sviluppo economico, Paolo Orneli, e che hanno chiesto tempi più brevi per i loro assistiti: sia perché i contagi nel Lazio calano giorno dopo giorno sia perché i loro associati lamentano lo stop dell'attività ormai in vigore da oltre 40 giorni.

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Alla Pisana il ragionamento che si fa è semplice: pur avendo avviato la Fase 2, il coronavirus continua a mietere vittime e l'emergenza finirà soltanto quando sarà pronto un vaccino. Quindi bisogna ripartire con estrema cautela. In secondo luogo, sempre la Regione, fa notare che una riapetura più estesa e prima del tempo, anche dei locali per la somministrazione alimentare e i parrucchieri, potrebbe creare maggiori problemi al traffico, in un momento nel quale sono stati contingentati gli accessi su bus e autobus e gli assembramenti sarebbero troppo rischiosi.
IN ATTESA DEL GOVERNO
Nel vertice di ieri la Regione ha preso atto della richiesta delle categorie, ha dichiarato che l'avrebbe valutata, ma ha chiarito che al momento il cronoprogramma delle riaperture non cambia. Ma dagli uffici di via Cristoforo Colombo aggiungono che il quadro sarà modificato soltanto se sarà il governo ad anticipare la ripartenza degli esercenti prevista per il primo giugno. Dopo lo scontro con la governatrice calabrese Jole Santelli, che ha concesso agli esercenti di riprendere il 30 aprile, ieri sono arrivate a Palazzo Chigi pressioni nella stessa direzione dai presidenti di Veneto ed Emilia Romagna, Zaia e Bonaccini. Senza contare che il premier Giuseppe Conte aspetta su questo fronte il prossimo monitoraggio della cabina di regia guidata da Vittorio Colao, che valuterà sia le esigenze delle categorie coinvolte sia l'impatto che la fine del lockdown ha avuto (in positivo e negativo) sul numero di contagi e decessi.
Sempre ieri la Regione, attraverso l'assessore Orneli, ha discusso con le categorie del commercio l'applicazione dei protocolli igienico-sanitari che la giunta ha scritto con gli epidemiologi e gli esperti di medicina del lavoro di Spallanzani, Gemelli, Campus Biomedico e Inail. Nella riunione in videoconferenza si è parlato delle disposizioni per bar, ristoranti, negozi, parrucchieri e centri estetici. Sul versante degli esercenti dediti alla somministrazione di alimenti e bevande, è stato deciso che questi non daranno più menu cartacei o in plastica ai loro clienti, ma tutte le pietanze saranno scritte e indicate su lavagne da apporre al centro dei locali. Esteso a tutto il servizio ai tavoli l'uso di stoviglie monouso che in un primo momento sembrava relegato alla sola attività al bancone. Per il resto le regole disposte nel protocollo Lazio sicuro prevedono per il comparto la misurazione della temperatura all'inizio di ogni turno per gli operatori; posti a sedere contingentati con tavoli a distanza di un metro tra loro; percorsi dedicati per l'ingresso, l'uscita e il pagamento alla cassa; igienizzazione dopo ogni servizio e gel per i clienti.
Novità anche sul fronte dei negozi di abbigliamento e di calzature. Le categorie hanno ottenuto che fosse autorizzata la possibilità di misurare i vestiti e scarpe e di non doverli igienificare o sanificare dopo la prova. Al tavolo di ieri è stato deciso che i clienti, prima di entrare nei locali, dovranno prenotarsi per fare gli acquisti, mentre i commercianti metteranno del gel a base alcoolica nei camerini. Che - stando alle regole già fissate e annunciate dalla Regione - andranno arieggiati e puliti dopo ogni utilizzo.
Più complessa la trattativa tra le categorie e le Regioni sulla ripresa di parrucchieri ed estetisti. Le associazioni, dopo essersi visti rifiutare un anticipo sulla riapertura già a maggio, hanno strappato la possibilità di fare entrare due clienti contemporaneamente se i saloni e i centri di bellezza superano i 100 metri quadri. Per il resto, gli operatori dovranno indossare oltre alle mascherine visiere in plexiglass e guanti monouso da cambiare a ogni taglio oppure a ogni massaggio.
Francesco Pacifico
© RIPRODUZIONE RISERVATA

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