Roma, schianto al Nomentano: urta il marciapiede e finisce contro il muro

Roma, schianto al Nomentano: urta il marciapiede e finisce contro il muro
​Roma, schianto al Nomentano: urta il marciapiede e finisce contro il muro
di Alessia Marani
Sabato 26 Giugno 2021, 23:10 - Ultimo agg. 28 Giugno, 10:23
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La vita di Jacopo Maria Colistra, ventiduenne di Fonte Nuova, si è spezzata alle 4,50 della notte tra venerdì e sabato in piazza Salerno. In sella al suo Honda Sh ha prima urtato il ciglio del maxi-marciapiede che costeggia la rotatoria, quindi lo scooter è praticamente decollato facendolo schiantare su un muro all’altezza del civico 3. Un boato che ha svegliato i residenti. Alcuni sono scesi subito in strada per soccorrerlo, ma l’impatto è stato talmente forte che Colistra è morto quasi sul colpo. «Quel marciapiede è maledetto - allarga le braccia un settantenne - non è il primo incidente brutto che accade: quella lingua grigia aggiunta più recentemente non si vede bene, restringe di molto la carreggiata, quel ragazzo non sarà riuscito a riprendere il controllo del motorino».

Sul posto sono accorsi i vigili del XV Gruppo Cassia per i rilievi di rito, inutile la corsa dell’ambulanza.

Tra i primi ad arrivare anche un amico che lo stava aspettando a Campo de’ Fiori dove, insieme a un terzo ragazzo, avevano trascorso la serata. Per essere tutti insieme, Colistra si era offerto di fare avanti e indietro con il suo motorino, e dopo avere accompagnato a casa uno dei due stava tornando nel centro di Roma per prendere anche l’altro. Forse aveva anche fretta, era tardi. 

«Punto pericoloso»

E sotto accusa è finita anche la velocità sostenuta a cui probabilmente stava viaggiando. Ma il dubbio è: senza quel marciapiede non adeguatamente segnalato, si sarebbe salvato? È l’interrogativo che ora si pongono anche gli amici ieri tornati sul posto per lasciare fiori e recitare una preghiera. «Jacopo era un ragazzo straordinario, molto buono, sempre disponibile ad aiutare - ricordano - amava i bambini e lavorava in una scuola elementare al Labaro, aveva la passione per il rugby. A settembre avrebbe ripreso anche a studiare. La sua morte non può essere vana. Questo marciapiede va sistemato o almeno segnalato». Distrutti dal dolore i genitori nella loro villetta di Fonte Nuova. La famiglia si era trasferita nel comune a nord della Capitale dalla vicina Tor Lupara. Jacopo era il più grande di quattro fratelli. La comunità è in lutto.

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