Roma, auto esce di strada per evitare radici: all'Ostiense l'ennesimo incidente dove morì Elena Aubry

Roma, auto esce di strada per evitare radici: all'Ostiense l'ennesimo incidente dove morì Elena Aubry
di Mirko Polisano
Mercoledì 10 Giugno 2020, 10:54 - Ultimo agg. 10:57
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Per l'Infernetto è uno dei peggiori risvegli, quello di ieri. La notizia di Mattia Roperto, il 15enne travolto da una Peugeot 208 alla cui guida sedeva F.C., il 22enne risultato poi positivo al droga test, si diffonde di bar in bar, di strada in strada. «Impossibile credere a quanto è accaduto - dice uno dei pensionati seduto al tavolino di un caffè - Mattia aveva 15 anni, l'età di mio nipote. Perché andarsene così giovani? Che avrà mai fatto di male quel ragazzo?». «Qui è il far west. Corrono tutti come matti. È il terzo investimento mortale in pochi mesi. Su questa strada sono già morti una donna e un ragazzo». A dirlo Ivana, una residente dell'Infernetto, recandosi sul luogo dell'incidente.
 



«Ci sentiamo abbandonati - dice un'altra - qui su via Cilea corrono tutti. Più che dire ai nostri figli di attraversare sulle strisce che dobbiamo fare». I residenti chiedono «più controlli, autovelox e dossi per evitare di correre». Già in passato il locale comitato di quartiere ha chiesto interventi concreti per via Cilea. «Ho scritto personalmente al comando dei vigili urbani in passato - fa sapere Giosuè Mirizio, presidente del comitato di quartiere Infernetto Sicuro - quella strada è pericolosissima e quando escono dal supermercato le auto procedono sempre a ritmo sostenuto». Quella strada così pericolosa viene percorsa tutti i giorni da genitori e ragazzini che frequentano le vicine scuole. «Tra le soluzioni che abbiamo proposto ci sono i dossi e la realizzazione di un rondò, ma l'unica cosa su cui siamo stati accontentati - conclude il presidente di Infernetto Sicuro - sono le strisce pedonali». Quelle stesse dove nella serata di lunedì ha trovato la morte Mattia. «Quella strada è una roulette russa - dicono le mamme degli amici di Mattia - questo non è un circuito di formula Uno. Qui la gente muore, perché non lo capiscono?». «Conosco bene quella strada - sottolinea Flavia Dell'Agnello, edicolante - la percorro per andare a casa e vi assicuro che la prendono per provare la potenza delle loro macchine». Via Cilea, dunque, come pista per provare i bolidi dei residenti dell'Infernetto. «Ma qui vengono anche dai quartieri vicini a testare le loro supercar», proseguono le mamme che ieri hanno presidiato il luogo dell'incidenti e hanno invitato gli automobilisti spericolati alla guida con prudenza. «È morto un ragazzo - urlano contro le auto in transito - e loro continuano a correre». «Qui muoiono ragazzi, la parte migliore della nostra comunità, ma per loro è come se non fosse successo nulla». Via Cilea è solo una delle strade a rischio. All'Infernetto è lunga la road map delle arterie killer: da viale di Castel Porziano fino agli incroci con la Cristoforo Colombo. «Abbiamo più volte sollecitato l'amministrazione municipale - fa sapere Pierfrancesco Marchesi, consigliere del X Municipio - e presenterò in commissione lavori pubblici un piano delle priorità su cui la maggioranza deve subito intervenire».

SCONTRO FRONTALE
Ieri pomeriggio un altro incidente grave ma non mortale si è verificato sulla via Ostiense, poco prima di Cineland e nello stesso punto dove ci fu l'impatto costato la vita a Elena Aubry, la motociclista romana di 26 anni. «Ho invaso la corsia opposta - avrebbe detto la donna alla guida dell'auto - per evitare le radici».
L'asfalto in quel preciso punto continua a essere un pericolo costante. Intanto tornano a salire gli incidenti mortali archiviato il lockdown del Covid-19. Benché i casi siano di fatto la metà rispetto a quelli del 2019, ad aprile si sono verificati soltanto due mortali mentre a maggio sono arrivati a 5 e l'incidente in cui ha perso la vita il 14enne Mattia Roperto è il primo del mese di giugno. In tutto da gennaio ad oggi la polizia locale ha contato 27 sinistri mortali.

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