Roma, morì in scooter: il pirata è l'autista di un pullman. Lo ha travolto e ha proseguito la sua corsa

Roma, morì in scooter: il pirata è l'autista di un pullman. Lo ha travolto e ha proseguito la sua corsa
di Alessia Marani
Sabato 23 Gennaio 2021, 11:35 - Ultimo agg. 11:55
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C'è un indagato per la morte di Emanuele Lenzoni, il 38enne che lunedì mattina si è schiantato con il suo scooter sulla Tiburtina mentre andava al lavoro. Non ha fatto tutto da solo Emanuele, e non è stata colpa solamente del ghiaccio sull'asfalto. Il suo corpo è stato urtato e schiacciato da un pullman turistico il cui conducente, italiano, 55 anni, ora è indagato per omicidio stradale aggravato dall'omissione di soccorso. Anziché fermarsi, il pirata ha continuato la sua corsa. A carico dell'autista i vigili urbani del IV Gruppo, coordinati dal pm Eugenio Albamonte, hanno trovato elementi utili e concordanti per iscriverlo nel registro degli indagati. In particolare, ci sarebbero delle immagini riprese dalle telecamere di zona che testimoniano il passaggio del bus in quel tratto della Tiburtina e a quell'ora, all'altezza di via Casal de' Pazzi.

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I RISCONTRI
Inoltre, i primi riscontri dall'autopsia effettuata mercoledì all'istituto di medicina legale del Verano hanno rilevato ferite e traumi da schiacciamento che solamente un mezzo pesante, con ruote molto alte, avrebbe potuto provocare sul corpo del trentottenne. L'esame autoptico verrà comunque ripetuto questa mattina per dare modo anche alla difesa dell'indagato, come è nel suo diritto, di partecipare.
La copiosità del sangue perso da Emanuele sull'asfalto e il pattinamento dell'Honda Sh sul rettilineo per un centinaio di metri, avevano destato subito delle perplessità nei primi soccorritori e negli inquirenti.

Nonostante fosse stata acclarata la presenza di ghiaccio sulla strada quella mattina, la dinamica non era del tutto chiara. Gli agenti della Polizia locale in questi giorni hanno acquisito le immagini delle videocamere dell'impianto di sicurezza della stazione di Ponte Mammolo. Due, in particolare, quelle che puntano sulla strada e potrebbero avere ripreso la scena: quella posizionata sul piazzale di partenza dei bus (attualmente ci sono pullman privati che danno supporto al sistema della rete pubblica) e quella di guardia all'officina dei bus. Entrambi i record sono stati acquisiti. Anche se la qualità dei frame non sarebbe limpidissima. Altri elementi utili arriverebbero dalla perizia sullo scooter.


LA DINAMICA
Da capire se Lenzoni sia stato urtato e travolto dal pullman o se prima sia caduto con il suo scooter e poi il bus lo abbia investito. In qualunque caso il conducente avrebbe dovuto fermarsi e prestare soccorso. A meno che non si sia accorto della presenza dell'uomo sull'asfalto. Una circostanza tuttavia difficile da dimostrare. Al momento, l'indagato non avrebbe fornito spiegazioni. Né sul bus ci sarebbero stati passeggeri dal momento che doveva ancora entrare in servizio.I familiari di Lenzoni, papà di due gemellini di 4 anni, un maschietto e una femminuccia, erano convinti che non potesse avere fatto tutto da solo. La moglie nei giorni scorsi, assistita dall'avvocato Massimo Iesu, aveva lanciato un appello ai possibili testimoni perché li aiutassero a fare chiarezza sull'accaduto. Appelli che si erano ripetuti anche sui social, rimbalzati nelle pagine di quartiere del Tiburtino e dintorni. Ma gli investigatori erano già sulle tracce dell'autista di pullman. Sul luogo dell'impatto la sua famiglia ha lasciato fiori accompagnati da biglietti: «Al nostro papà con amore». Lenzoni aveva lasciato la Toscana e, dopo la laurea, si era trasferito a Roma dove aveva iniziato una brillante carriera come capo reparto nel circuito della grande distribuzione Upim, Ovs e Coin. Proprio in ambito lavorativo aveva conosciuto la moglie. Lunedì mattina era salito in sella al suo scooter, come sempre, per raggiungere la filiale Upim di Prati Fiscali dove, però, non è mai arrivato. Dopo la seconda autopsia, arriverà il via libera del magistrato per i funerali.

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