Roma, nella lista della Raggi per il Recovery Fund progetti che il Governo aveva già bocciato

Roma, nella lista della Raggi per il Recovery Fund progetti che il Governo aveva già bocciato
Roma, nella lista della Raggi per il Recovery Fund progetti che il Governo aveva già bocciato
di Francesco Pacifico
Mercoledì 7 Ottobre 2020, 00:27 - Ultimo agg. 14:44
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Troppi progetti e soprattutto non sempre in linea con le linee guida suggerite dall’Europa e che spaziano dall’ambiente, l’efficienza energetica, la digitalizzazione fino all’istruzione. Un difetto di programmazione che potrebbe costare caro al Campidoglio e ai suoi 159 progetti - valore 25 miliardi di euro - che si spera di finanziare con il Recovery fund. Una prima scrematura il governo - attraverso il Comitato interministeriale per gli affari europei (Ciae) - arriverà soltanto la prossima settimana. Ma da Palazzo Chigi trapelano notizie preoccupanti per i Comuni che, come Roma, hanno sperato di utilizzare il piano Ue come un biglietto della lotteria: molti progetti saranno tagliati. Ieri, assieme al viceministro all’Economia Laura Castelli, la sindaca Virginia Raggi ha presentato alla stampa i 159 progetti già depositati e inviati ad agosto alla cabina di regia guidata dal premier Giuseppe Conte e dal ministro per gli Affari europei, Enzo Amendola.

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Senza modificare, di fatto, il pacchetto complessivo, nonostante le indicazioni arrivate dai ministeri competenti. Castelli- pur non facendo pronostici su quello che sarà finanziato o meno da Bruxelles - ha sottolineato la considerazione che il governo stesso ha e avrà per la Capitale: «Nel “piano industriale” che varrà per i prossimi dieci anni abbiamo il dovere di assicurare a Roma il giusto riguardo, arrivando anche a definire un nuovo status e nuovi poteri, che le consentano di essere competitiva». Ma dal Ciae arrivano al Campidoglio messaggi contrastanti. Spiegano infatti alcuni funzionari: «Roma e i Comuni hanno presentato la qualunque e oltre 600 progetti. C’è un’eccessiva parcellizzazione e tutto quello che non risponde ai criteri voluti dalla Ue andrà per forza di cose stralciato». E nel suo “Piano di Sviluppo resiliente, sostenibile e inclusivo” Palazzo Senatorio ha inserito anche 30 milioni di euro per far comprare all’Ama i cassonetti intelligenti e altri 110 milioni per i nuovi camion, 89 milioni per fare il censimento degli alberi che rischiano di cadere, 18 milioni e mezzo per attivare i sistemi di automatizzazione dei cancelli della metro, quasi 15 milioni per le sanificazioni dei mezzi pubblici, 30 milioni per la gestione degli stalli di sosta o 80 milioni per salvaguardare i Sanpietrini.

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Minori problemi dovrebbero avere - ma poi bisognerà vedere le richieste nella stessa direzione delle altre città - le richieste di Palazzo Senatorio sul fronte dei trasporti, con 12 miliardi di euro dei quali destinati per la gran parte a nuove metropolitane, al prolungamento di quelle esistenti (49 chilometri in più) e alla creazione di tramvie (45 chilometri). Spiega al riguardo l’economista, e presidente del Ced, Rosario Cerra: «Il tema è che chi deve decidere come allocare le risorse del Recovery Fund le darà a chi ha la strategia più credibile. Allora diciamo che va bene aver fatto la ricognizione di quanto avevamo nei cassetti, ma adesso serve una strategia che implica stabilire le priorità. Rispetto ad allora, oggi troppe cose sono cambiate». 

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LE DIRETTRICI
Nel pacchetto presentato dal Comune, 12 miliardi di euro sono destinati alla mobilità, 3 alla riqualificazione delle scuole, 1,5 alla sicurezza stradale, 1,3 alle periferie (come Tor Bella Monaca o Bastogi) e 300 milioni ai rifiuti (dove si parla anche di un nuovo Tmb). Raggi ha lanciato anche «un hub elettronico per la logistica» e proposto di chiudere e riconvertire il Tmb di Rocca Cencia «in un impianto «multimateriale per la trasformazione di carta e plastica». Quindi, ha replicato alle accuse di parcellizzazione dei progetti, spiegando che «vanno letti nelle direttrici previste dalla Ue». Il suo assessore all’Economia, Gianni Lemmetti, ha annunciato una struttura apposita per controllare l’avanzamento dei progetti, che necessiteranno di almeno «7-10 per essere completati». E per i programmi che non saranno finanziati dalla Ue? «Lo faremo - promettono sindaca e assessore - con risorse nostre». 
 

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