Roma, rapina a Cinecittà, il testimone-eroe: «Un colpo di karate e ho steso il bandito»

Roma, rapina a Cinecittà, il testimone-eroe: «Un colpo di karate e ho steso il bandito»
di Pier Paolo Filippi
Giovedì 7 Novembre 2019, 08:35
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«La mia non è stata una reazione dettata dal coraggio, ma provocata dalla paura di quello che poteva succedere a mia moglie, a Chaokang e alla sua famiglia. Così ho fatto quello so fare e con un colpo di karate ho steso il rapinatore». Il giorno dopo la rapina al bar-tabacchi Caffè Europeo di via Ciamarra a Cinecittà Est, Sandro (il nome è di fantasia per tutelarne la sicurezza) passeggia insieme alla moglie e getta uno sguardo verso le saracinesche del locale ora sotto sequestro. Da poco se ne sono andati gli agenti della scientifica che, accompagnati dai figli del titolare del bar rimasto ferito, Anna e Jonathan, hanno effettuato altri rilievi per ricostruire quanto accaduto martedì sera.
Impiegato statale in pensione, Sandro, un omone di 66 anni, è una delle persone che in quei 3-4 minuti di folle terrore, come li definisce lui, sono intervenute per aiutare Chaokang Zhou nella sua lotta contro i due malviventi.

Rapina a Cinecittà, la vittima è Ennio Proietti, ultimo boss di un clan spietato
 



I FATTI
«Ero nel bar con mia moglie, ormai con Chaokang e la sua famiglia siamo amici racconta Sono entrate queste due persone con il casco in testa. Non hanno aperto bocca: uno, quello che poi è morto (Ennio Proietti), si è messo in disparte dietro una colonna e l'altro (Enrico Antonelli) si è avvicinato alla cassa brandendo una pistola. Chaokang però ha reagito subito, gli ha bloccato il braccio che teneva l'arma, hanno cominciato a lottare ed è scoppiato il pandemonio». A quell'ora, infatti, dentro e fuori dal bar ci sono tantissime persone. Tra i tavolini un gruppo di donne che ogni martedì si riunisce per le estrazioni del Lotto e comitive di ragazzine.

LA LOTTA
«Mentre lottavano travolgendo le persone presenti, sono cominciati a partire dei colpi prosegue Sandro Io ne ho sentiti almeno quattro. I proiettili colpivano i muri e rimbalzavano all'impazzata tra le persone. Sentivo gli spari, vedevo mia moglie che era stata sbattuta a terra, avevo il terrore che venisse colpita e sono intervenuto».
Anche altre due persone, come lui clienti abituali, si gettano nella mischia . «Sono un ispettore di polizia che non era in servizio e un poliziotto in pensione ricorda ancora Io ero vicino a Proietti. Stava sparando e da dietro l'ho colpito violentemente sul collo con un colpo di karate, che ho praticato per anni da giovane. Poi sono andato ad aiutare Chaokan che non riusciva a tenere fermo il rapinatore. Erano avvinghiati a terra, così con il piede gli ho schiacciato con forza i testicoli e l'ho bloccato».

IL PANICO
«Una donna si trovava nel bagno del bar ed è stata sfiorata da un proiettile che ha trapassato il muro o la porta continua la moglie di Sandro - Le persone fuggivano da tutte le parti». In molti hanno cercato e trovato rifugio dentro i negozi adiacenti. «Era un delirio, nemmeno io so dire con esattezza se Proietti sia stato centrato dal complice oppure da un colpo che lui stesso aveva sparato e che è rimbalzato sui muri riprende l'uomo Dopo la colluttazione sono corso a vedere come stava mia moglie, poi dopo qualche minuto sono arrivate le volanti della polizia e le ambulanze».
«Ora - confessa Sandro - ho il timore che io prima o poi possa ritrovarmi davanti quello che è stato arrestato. Mentre ero in questura per essere ascoltato Antonelli mi è passato accanto e mi ha fissato a lungo negli occhi». La famiglia di Chaokang Zhou anche ieri lo ha ringraziato per il suo aiuto. «Quanto accaduto è incredibile, una rapina a quell'ora, con tutte quelle persone - conclude Sandro Una cosa da peracottari, come si dice a Roma, che però stava per provocare una strage».
 

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