L’emergenza di rifiuti mette in crisi anche Ama sul fronte della raccolta differenziata. Infatti l’azienda - nonostante gli sforzi per non abbassare i quantitativi - è costretta a ridurre la quantità di carta, vetro o plastica ritirata. Nelle ultime settimane c’è stato un calo tra il 15 e il 20 per cento dei materiali. Una beffa in un anno che aveva visto la Capitale superare il 46 per cento su questo fronte: certo, un dato lontano dal 70 per cento promesso in passato per il 2021 da Virginia Raggi (l’obiettivo ora è stato rimodulato al 50 per cento) ma è pur sempre un punto in più rispetto allo stesso periodo del 2019. In questo clima, così, non deve meravigliare che il porta a porta, il ritiro domestico dei bidoncini negli androni e nei cortili dei palazzi, dopo Settebagni rischia di essere ridimensionato da Ama, se non di saltare, in altri parti come Tor Vergata e la Togliatti verso via Sacco e Vanzetti. Ipotesi che non piacciono al Comune.
Frena la raccolta differenziata
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MARCIAPIEDI SPORCHI
Anche ieri la maggior parte delle strade di Roma erano invase dai rifiuti tra cassonetti traboccanti e sacchetti sui marciapiedi.
Il calcolo è presto fatto: Roma sta tornando a una produzione di rifiuti molto simile a quella precedente al Covid (intorno alle 4.700 tonnellate al giorno), anche se ancora mancano molti turisti e gli uffici continuano essere in smart working per alcuni giorni alla settimana. Sempre partendo da questo parametro, la quantità d’indifferenziata in questo periodo di crisi è salita a 2.700 tonnellate contro le 2.400 in media degli anni prepandemia. Ma questo scarto di 300 tonnellate, spiegano dalla municipalizzata, sarebbe legato prevalentemente alla presenza di materiali da differenziare. Racconta un addetto alla raccolta: «Stiamo facendo il massimo. Ma quando c’è l’emergenza, non si va molto per il sottile. Soprattutto si svuotano principalmente i cassonetti dell’indifferenziato e, se si può, quelli dell’organico. Perché sono i più puzzolenti. Con il risultato che molta gente, trovando i secchioni di competenza pieni, butta vetro, plastica e carta dove capita. E a quel punto è impossibile differenziare».
Di questa situazione ne risente anche il porta a porta, non soltanto quello delle Und (negozi, bar e ristoranti). Giri di raccolta saltano o sono garantiti al minimo tra Finocchio, Vermicino e Torre Angela così come Castelverde, Fosso dell’ Osa e Corcolle basso. Problemi, poi, a Tor Vergata, dove stanno diminuendo i bidoncini e dove la raccolta è ibrida (metà domiciliare e metà stradale). L’assessore ai Rifiuti, Katia Ziantoni, ha scritto alla municipalizzata per intervenire sui disservizi e ha chiesto di allargare il porta a porta, ma la planimetria delle strade potrebbe costringere l’azienda a un aumento dei secchioni. Stessa linea si starebbe valutando in Ama anche per la parte della Togliatti coperta dal Pap. Alla Romanina, invece, il Comune è dovuto intervenire sull’azienda per un’altra criticità: qui i cassonetti stradali sono stati collocati anche vicino a incroci a raso di via ad alto scorrimento di traffico. Chi butta il sacchetto rischia la vita. Ziantoni ha chiesto di spostarli.