Roghi a Roma, il ministro Costa: «E' un attacco al sistema, interventi come nella Terra dei fuochi»

Roghi a Roma, il ministro Costa: «E' un attacco al sistema, interventi come nella Terra dei fuochi»
di Mauro Evangelisti
Martedì 26 Marzo 2019, 07:42 - Ultimo agg. 07:46
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«Ciò che è avvenuto è sospetto perché potrebbe mettere in ginocchio Roma. Questo è un attacco al sistema».
Sergio Costa, ministro dell'Ambiente, nei mesi scorsi ha affiancato Roma Capitale e la Regione Lazio nel tentativo di trovare una linea comune per superare la cronica difficoltà sul fronte della raccolta dei rifiuti. Ma l'11 dicembre, con il rogo dell'impianto di via Salaria, oggetto di un'inchiesta della procura della Repubblica, la situazione è divenuta ancora più drammatica. E domenica scorsa il fuoco si è sviluppato nell'unico impianto di trattamento rimasto all'Ama, rendendolo inservibile per metà, a Rocca Cencia, nella periferia Est della Capitale.

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Ancora non sono note le cause del rogo di domenica sera nel Tmb di Rocca Cencia. Ma non è sospetto vedere due incendi, nella stessa tipologia di impianti e nella stessa città, in solo quattro mesi?
«Certo, che lo è. Potenzialmente questo incendio potrebbe mettere in ginocchio la città di Roma e il sistema di raccolta dei rifiuti che si sta realizzando. Ha tutta l'aria di essere un attacco al sistema. Ma chiaramente aspettiamo che le indagini facciano il loro corso. Per chi, come me, viene da una terra come la Terra dei Fuochi, due incendi del genere costituiscono un indizio rilevante. C'è una situazione da comprendere dal punto di vista giudiziario e occorre lasciar lavorare le forze investigative».

Ma non c'è anche una lacuna nel sistema dei controlli di Roma Capitale e di Ama? Dopo il caso dell'incendio dell'impianto di trattamento di via Salaria, a dicembre, non andava alzata la guardia?
«La vigilanza è intervenuta tempestivamente e grazie alla segnalazione i vigili del fuoco hanno potuto domare le fiamme impedendo danni ancora più gravi. La questione non riguarda solamente l'Ama. Quando a luglio ho chiesto e ho ottenuto dal ministro dell'Interno, Matteo Salvini, che i siti di stoccaggio dei rifiuti fossero inseriti all'interno dei siti sensibili, avevo sottolineato che era in atto un'aggressione all'impiantistica in tutta Italia. Le Prefetture hanno avuto il compito di assicurare questa particolare copertura: è chiaro che a Roma tutto questo si innesta su una situazione ancora più delicata e complessa e merita un supplemento di indagini e di procedure di sicurezza».

La sindaca di Roma, Virginia Raggi, aveva chiesto Esercito e forze dell'ordine davanti agli impianti. È possibile una prevenzione di questo tipo?
«Il piano di azione Terra dei Fuochi che stiamo sperimentando in Campania potrebbe essere certamente esteso. È un patto di azione con le forze di polizia, con l'Esercito, con le istituzioni sanitarie, con il sistema agenziale ambientale e che offre una prima importante risposta al problema dei roghi. Si potrebbe attivare il tavolo con la Prefettura per estendere il protocollo anche a Roma. Ma questa è una competenza del ministro Salvini».

Il governo ha intenzione di intervenire di fronte a questa nuova situazione difficile di Roma?
«Lo stiamo già facendo. Nel tavolo tecnico che è stato subito aperto al Campidoglio partecipa anche la nostra direzione generale e il contatto con la sindaca non si è mai interrotto. Quando c'è una difficoltà del genere il governo non può tirarsi indietro».

Resta una domanda che va oltre il caso di Roma. Perché in Italia ci sono cosi tanti incendi di impianti di rifiuti?
«C'è una convergenza di fattori che si intrecciano: il settore dei rifiuti è da sempre il più redditizio per le mafie; il sistema del riciclo non offre ancora alternative commerciali tali da rendere i rifiuti da riciclare dei beni economicamente preziosi; fino a poco tempo fa la Cina acquistava questi materiali da avviare al riciclo, soprattutto plastica. Da un paio di anni non avviene più, le piattaforme sono sature. Ed è per questo che sto spingendo al massimo sull'economia circolare: quei materiali devono poter avere uno sbocco economico e di mercato, per essere trattati come materia prima seconda ed essere riutilizzati. Dare loro un valore economico aiuterà a preservarli. Nel frattempo va aumentata l'attenzione verso questi impianti. In ogni parte d'Italia. Chiedo ai prefetti di alzare il livello di attenzione sull'argomento. Si avvicina la stagione meteorologicamente calda e c'è un supplemento di rischio da incendio. Organizzare i piani coordinati di controllo del territorio definiti nell'ambito del comitato provinciale dell'ordine pubblico e sicurezza sarebbe già un forte segnale in tutto il Paese».
 

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