Una rom gli occupa casa e nessuno la sgombera

Anziano torna nel suo appartamento e si ritrova con la serratura sostituita

Una rom gli occupa casa e nessuno la sgombera
di Adelaide Pierucci
Sabato 30 Ottobre 2021, 00:05 - Ultimo agg. 00:16
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Sfratto al contrario a Roma. Un'occupante abusiva caccia il padrone di casa. Le è bastato scardinare la porta blindata di un appartamento nel quartiere Don Bosco a Roma e, quando l’indomani si è presentato il proprietario, gli ha impedito l’ingresso: «Qui ora ci abito io, faccia quello che vuole». La vittima è un ottantaseienne scapolo, senza figli e ora pure senza casa, che il 14 ottobre, dopo essere rimasto qualche giorno fuori per accertamenti medici, ha trovato la serratura del suo appartamento sostituita.

Chiedere il supporto delle forze di polizia si è rivelato inutile. L’occupante abusiva, di origini rom, si era già sistemata con la figlioletta e il cane ed aveva steso fuori dal terrazzino il bucato.

Non c’era un furto in corso e i carabinieri hanno spiegato all’anziano di non poter procedere allo sfratto forzato senza un ordine del giudice. L’occupazione abusiva, infatti, prevede solo una denuncia in stato di libertà. La conclusione: il proprietario si è ritrovato sfrattato e l’occupante con un tetto sulla testa, una bella casa arredata, anche con una collezione di quadri.


LA DENUNCIA
Del caso ora si dovrebbe occupare l’autorità giudiziaria. L’anziano, un ex funzionario di un’azienda pubblica, adesso ospite dal fratello, ha sporto denuncia per l’occupazione abusiva. La vicenda scoppia la sera del 13 ottobre. L’amministratore del condominio - il palazzo è in via Pasquale Del Giudice - avverte l’anziano: «Degli inquilini hanno sentito strani rumori provenire dall’appartamento», sembra fosse stata scardinata la porta blindata. L’ottantaseienne non avverte subito le forze di polizia. Pensa che i ladri, disturbati, siano scappati.

«Verificherò domani», pensa. Il resto lo ha scritto nella denuncia presentata in una caserma dei carabinieri: «L’indomani, il 14 ottobre verso le 11.30, mi recavo a casa per verificare. Ho provato a inserire le chiavi nella toppa della serratura e ho constatato che non erano più funzionanti. Notato l’evidente danneggiamento della porta ho dedotto che era stata sostituita la serratura. Avendo paura di trovare ancora qualcuno all’interno, mi sono recato in un ufficio di polizia per chiedere un immediato intervento, ma mi veniva consigliato di tornare a casa, cioè fuori casa, chiamare il numero di emergenza e aspettare l’arrivo, effettivamente immediato, di una pattuglia».

E ancora: «Gli operanti, però, dopo aver constato l’impossibilità di entrare nella mia abitazione con le mie chiavi hanno suonato. A quel punto compariva una donna a me sconosciuta che accettava di fare entrare i carabinieri». L’epilogo ha dell’assurdo: «I militari, con mio immenso stupore, forse anche per evitare problemi di ordine pubblico nei miei confronti, mi invitavano ad allontanarmi dalla mia abitazione, nonostante avessi rappresentato loro che vivo e ho sempre vissuto lì. Quindi sono dovuto andare via e quella donna è rimasta dentro casa senza che io potessi fare nulla».

Nella segnalazione l’uomo ha precisato che in casa aveva quasi «tutti i documenti sanitari, per lui indispensabili, delle medicine salvavita e tanti beni di valore»: una decina di quadri d’autore, libri rari, una collezione di monete, un’altra di accendini d’oro, orologi, ma anche vestiti e scarpe di marca.

L’avvocato Alessandro Olivieri, che assiste il pensionato, spera di ottenere tempestivamente giustizia, facendo quantomeno rientrare presto a casa l’anziano: «L’impossibilità di poter procedere in flagranza ha di fatto privato il mio assistito non solo della possibilità di tornare a casa, ma anche di quella di riavere cose indispensabili. Ci auguriamo che l’intervento dell’autorità giudiziaria trovi una soluzione, in tempi brevissimi».
 

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