Roma, 13enne suicida. Una mamma: «Mia figlia come lei: le bulle le dicevano tagliati le vene»

Roma, 13enne suicida. Una mamma: «Mia figlia come lei: le bulle le dicevano tagliati le vene»
di Alessia Marani
Sabato 12 Giugno 2021, 06:48 - Ultimo agg. 06:50
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«Quello che è accaduto a Laura (è un nome di fantasia, ndr) poteva succedere anche a mia figlia e al posto di quella madre a piangere, ora, ci sarei stata io». La donna che parla, genitore di un'altra adolescente che frequenta la stessa scuola media della tredicenne che domenica sera si è tolta la vita a Torpignattara, non si dà pace. Anche sua figlia ha vissuto lo stesso incubo e le stesse dinamiche di bullismo che si sono scatenate contro la tredicenne suicida, una bambina che male viveva la trasformazione del suo corpo in quello di una donna e che aveva chiesto alle amiche e agli amichetti di essere chiamata Charlie, un nome neutro, né di maschio, né di femmina. Ieri per salutarla, al funerale, sono stati fatti volare in cielo palloncini colorati e ai piedi della sua bara bianca, in chiesa, è stata appoggiata una corona di fiori arcobaleno, a formare la «bandiera della libertà», simbolo della lotta alle discriminazioni sessuali. Insomma, quello di Laura non sarebbe stato un caso isolato. Anzi. «A dicembre chiesi ripetutamente, e alla fine ottenni, un colloquio con la preside - spiega la donna - e le dissi quello che stava succedendo a mia figlia: gruppi di bulle e bulli l'aspettavano per le scale della scuola, le gridavano insulti sessisti irripetibili e sui muri apparvero scritte omofobe. Le veniva detto, testualmente: Tagliati le vene, ammazzati e mia figlia aveva cominciato a mettere in atto comportamenti autolesionisti, proprio come aveva iniziato a fare Laura. L'unico risultato? Vennero subito cancellate quelle scritte, poi il silenzio. Nessun provvedimento preso, né per porre un freno al fenomeno, né per responsabilizzare studenti e famiglie ad atteggiamenti diversi e consapevoli nei confronti di chi è diverso».

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«UNA SCONFITTA»
Questa mamma spiega anche che «fortunatamente in casa abbiamo una situazione che ci ha permesso di aiutare mia figlia privatamente, coinvolgendola in un percorso di autoconsapevolezza e di rafforzamento dei propri strumenti di difesa psicologica.

In più l'abbiamo convinta a bloccare anche tutti i contatti social, chat e profili con chi l'aveva presa di mira». Per la signora «le stesse dinamiche possono avere colpito Laura, la cui mamma ha cercato di fare tutto quello che poteva, da sola e per le sue possibilità, per aiutarla, ma è stata lasciata sola». La donna ha bene in mente la ragazzina suicida, che a scuola brillava per avere quasi tutti 9 in pagella ed eccelleva nella scrittura. «Laura era un grande talento, aveva una grande energia creativa, non era omologata né omologabile e per questo pativa. Quel suo talento sarebbe stato il suo passepartout per un futuro di riscatto. La sua morte è una sconfitta per tutti e per la scuola».

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