Roma, sui tram si viaggia a 10 all'ora: manutenzioni saltate dell'Atac

Roma, sui tram si viaggia a 10 all'ora: manutenzioni saltate dell'Atac
Roma, sui tram si viaggia a 10 all'ora: manutenzioni saltate dell'Atac
di Francesco Pacifico
Martedì 24 Agosto 2021, 00:18
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Il futuro sono quattro nuove tramvie che taglieranno la città da Nord a Sud e da Est a Ovest. Il presente invece è caratterizzato da tram lumaca che a Roma vanno anche a 5 chilometri all’ora perché non state fatte le manutenzioni ordinarie. Se si marcia più veloci, si rischia il deragliamento. Ne sanno qualcosa in questi giorni i passeggeri dell’8, un tempo chiamato l’Ottovolante per i tempi di percorrenza tra il Casaletto e piazza Venezia, dopo che Atac ha annunciato ai tramvieri di rallentare dove la rete è più colabrodo. Sì, perché anche sulle altre cinque linee cittadine ci si muove con il freno tirato tra binari arrugginiti o piegati, manti stradali crepati e tracciati con troppe curve o troppo stretti per i convogli di ultima generazione. E che nessuno sistema. Risultato? Nella Capitale, con i veicoli che vanno così piano, si possono aspettare anche 30-35 minuti tra una corsa e un’altra, mentre la maggior parte dei mezzi resta ferma in deposito per i guasti e per i ritardi nella manutenzione.

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UN TERZO IN ATTIVITÀ
Il servizio tramviario a Roma fa acqua da tutte le parti. Nella mattinata di ieri, per esempio, dal deposito di Porta Maggiore sono usciti 28 vetture totali su un parco mezzi di 70 unità. E cosa ancora più indicativa, a circolare c’erano 20 Stanga, veicoli del 1947/48, e 8 Socimi, prodotte negli anni Novanta. Spiega Roberto Ricci, segretario mobilità della Fit Cisl del Lazio: «Il problema è legato a una scarsa programmazione delle manutenzioni: ma se il Comune non fa niente sui binari, Atac non si preoccupa dei mezzi. Le istituzioni dovrebbero sedersi intorno a un tavolo, perché i tracciati sono stati disegnati dopo la guerra per vetture di 20 metri, mentre oggi circolano tram di 33 metri. Con il risultato che l’asfalto crepato da un lato e il mancato accoppiamento tra ruota e binario finisce soltanto per rompere i carrelli e i pianali. Se non bastasse, all’officina di via Prenestina il carro ponte, per le manutenzioni, è rotto da anno. E già prima sembrava la catena fordista dei film di Charlie Chaplin». Aggiunge dalla Cgil Davide Cartacci: «Ormai la situazione è talmente allo stremo che quando va bene, Roma, con una rete di 36 chilometri, può contare soltanto su cinquanta tram».
Come detto, l’ultima linea rallentata è l’8 con i suoi Cityway troppi pesanti e lunghi per binari in disfacimento.

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Stando a una nota di Atac del 19 agosto, i conducenti devono andare a 10 chilometri all’ora sulla Circonvallazione Gianicolense, tra le fermate Ravizza e San Camillo oppure nel tratto piazza Belli e via Arenula; addirittura a 5 chilometri orari in viale Trastevere all’altezza di Via Pascarella o, per «un complesso di curve, incroci di rotaia e scambi dell’intersezione», all’altezza di via Induno.

Ma più in generale è meglio non superare i 25 chilometri orari. Non va meglio sulle altre linee. Quella del 2, da piazzale Flaminio a piazza Mancini, è stato sospesa e sostituita da una navetta. E soltanto nell’autunno del 2022 lo rivedremo in circolazione. Il 3, dalla stazione di Trastevere a Valle Giulia, viaggia a 10 chilometri orari in tutto il tragitto davanti a villa Borghese e a viale Regina Margherita, cala a 5 chilometri verso la curva tra via Tiburtina e via Reti. Sugli stessi tratti identica sorte per il 19, da piazza Risorgimento fino a Centocelle e che circola con macchine più vecchie. Il 5, da Termini a Gerani, e il 14, da piazza di Porta Maggiore alla Togliatti, diventano una lumaca all’Esquilino e in alcuni punti della Prenestina. 

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Il Campidoglio ha annunciato di aver chiesto finanziamenti per comprare quasi cento tram. Ma da Atac spiegano che al di là dei mezzi, ci sono troppi problemi su binari, asfalto e linee aeree dei cavi elettrici dove si collegano i pantografi. Cioè la rete che è del Comune (l’unica che può metterci le mani) e che per rimetterla a nuovo costerebbe oltre 300 milioni di euro. Soldi che la municipalizzata non ha.
 

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