Commissari, il no a Virginia Raggi
Puntava all'incarico per la Metro C

Commissari, il no a Virginia Raggi Puntava all'incarico per la Metro C
Commissari, il no a Virginia Raggi Puntava all'incarico per la Metro C
di Alberto Gentili
Lunedì 21 Settembre 2020, 01:00 - Ultimo agg. 16:02
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Schiaffo del governo a Virginia Raggi. La sindaca nei giorni scorsi si è fatta avanti per essere nominata commissario straordinario alla Metro C, sul modello della ricostruzione del ponte Morandi a Genova e dell’Expo di Milano dove commissari sono stati il sindaco Marco Bucci e Beppe Sala (ma prima di approdare a palazzo Marino). L’esecutivo guidato da Giuseppe Conte ha però risposto picche.

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Questo perché, agli occhi di diversi esponenti del governo, appare ben strano che avanzi questa pretesa una sindaca che negli anni della sua amministrazione ha mostrato una evidente inerzia. E che da sempre non riesce ad affrontare e risolvere i problemi della Capitale. Tanto più che la Raggi rifiutò le Olimpiadi, non candidò la città a sede dell’Agenzia europea del farmaco e adesso non propone Roma per ospitare il summit globale del G20 per l’emergenza sanitaria in programma nel 2021. Vertice di portata planetaria che contribuirebbe almeno in parte al rilancio della città.
 

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Il sospetto, ed è anche questa la ragione del rifiuto, è che la sindaca abbia tentato di utilizzare la nomina a commissario per la Metro C per assicurarsi un “posto di lavoro” di un certo prestigio anche quando, nella prossima primavera, non sarà con molte probabilità più sindaca di Roma. L’incarico di commissario alla linea metropolitana proseguirebbe infatti dopo la scadenza del mandato in Campidoglio, in quanto i lavori andranno avanti ben oltre le prossime elezioni comunali romane. E questa pretesa «da chi ha fatto solo il male della Capitale», per citare un esponente del Pd, ha irritato se non addirittura fatto arrabbiare l’ala dem e renziana del governo rosso-giallo.

«INADEGUATA»
Ma c’è di più. C’è che per il premier e per la ministra delle Infrastrutture, Paola de Micheli, la Raggi non avrebbe requisiti sufficienti per portare a compimento un’opera così complessa. «La sindaca», spiega una fonte di rango del governo che segue il dossier, «si è fatta avanti per essere nominata commissario straordinario per la realizzazione della Metro C, ma abbiamo dovuto rispondere con un “no grazie”». Questo perché la Raggi, spiega la stessa fonte, «non appare in grado ci portare avanti la missione della nuova linea metropolitana della Capitale. Operazione complessa che richiede requisiti tecnici adeguati. Dunque cercheremo e individueremo un esperto e, di concerto con la sindaca, lo nomineremo nei prossimi giorni».

Il rifiuto del governo a nominare la Raggi è frutto anche di un’interlocuzione avuta dalla De Micheli con i sindacati. Le rappresentanze sindacali, per salvaguardare i posti di lavoro legati alla realizzazione della Metro C, hanno chiesto nei giorni scorsi alla ministra delle Infrastrutture di nominare un commissario straordinario in modo da superare intoppi e ritardi e terminare una volta per tutte l’opera. Durante l’incontro, le sigle sindacali non sono andate per il sottile. Hanno fatto presente che l’opzione di indicare la sindaca sarebbe stata un errore. Meglio, molto meglio, puntare appunto su un esperto «con le competenze adeguate: un tecnico, un ingegnere, un professionista». E la De Micheli non ha potuto che condividere questa richiesta, anche se dal ministero di Porta Pia non arrivano conferme ufficiali.

Il completamento della Metro C è stato inserito in extremis nella lista delle opere da realizzare con l’apporto dei commissari. Nell’elenco di luglio, frutto di un accordo di maggioranza, la linea metropolitana non c’era. Ma la De Micheli nell’ultima lista fatta recapitare sulla scrivania di Conte ha messo anche la Metro C. Entro la fine del mese il premier dovrebbe varare un Dpcm con l’elenco completo. Dopo di che sarà la ministra alle Infrastrutture a provvedere a nominare, con un decreto ministeriale, i commissari. «E saranno tutte figure tecniche», filtra dal dicastero di Porta Pia. Un’ulteriore conferma che l’autocandidatura della Raggi è stata stroncata. Senza appello.

 

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