Sabaudia, lo scandalo dei chioschi: «Gestiti da parenti e amici dei dipendenti comunali»

La Gervasi avrebbe cercato di aiutarli, punendo allo stesso tempo quei funzionari pubblici che invece richiedevano sanzioni o revoche per i mancati pagamenti

Sabaudia, lo scandalo dei chioschi: «Gestiti da parenti e amici dei dipendenti comunali»
Sabaudia, lo scandalo dei chioschi: «Gestiti da parenti e amici dei dipendenti comunali»
di Alessia Marani e Giuseppe Scarpa
Mercoledì 23 Febbraio 2022, 01:08 - Ultimo agg. 23:52
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A Sabaudia i titolari delle concessioni balneari e dei chioschi sono una potenza. Spina dorsale dell’economia della città. L’ormai ex sindaca Giada Gervasi, da ieri ai domiciliari, lo sapeva bene. Per questo li coccolava e, per lo stesso motivo, molte licenze erano in mano a persone fidate. Gli amici. Il ritorno politico, come annota il gip nell’informativa, è rilevante. Con Mario Ganci, presidente del sindacato Italiano Balneari Lazio Sud (Sib) e titolare de “La Caravella” sul lungomare di Sabaudia, il rapporto è idilliaco. E pazienza se alcuni di loro erano in ritardo con i canoni da versare all’amministrazione. La Gervasi avrebbe cercato di aiutarli, punendo allo stesso tempo quei funzionari pubblici che invece richiedevano sanzioni o revoche per i mancati pagamenti.

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La vicenda

Il caso del chiosco “Rosa dei Venti” è tra i più eclatanti.

La gestione è riconducibile al carabiniere dei forestali Gianni Polidoro, un uomo vicino alla sindaca. Il figlio lavora nello staff della Gervasi. Due dipendenti comunali Rosanna Del Duca e Claudio Leone «avviano - annota il gip - il procedimento di revoca dell’autorizzazione». Il lavoro svolto con onestà dai due impiegati è vissuto dalla sindaca come un affronto. Una sorta di guerra politica meritevole di una reazione.

«L’atto di forza della Gervasi - si legge nell’ordinanza - nei confronti del capo settore Leone era dettato dall’esigenza di dimostrare agli imprenditori balneari di essere in grado di tutelare i loro interessi, coloro i quali decidono le sorti politiche di Sabaudia». Ecco l’intervento dell’assessore Palmisani nei confronti di Leone. Questo è ciò che hanno registrato le cimici piazzate dai carabinieri di Latina: «Claudio allora, a me sembra che ti era stato chiesto, anche perché tu sai benissimo e forse meglio di me che dietro a questa storia si scatena una guerra all’amministrazione... a questo punto Claudio io devo capire da che parte stai tu, se stai con o contro l’amministrazione». La risposta del dipendente pubblico all’assessore è lapidaria, «io non sto mai né contro né a favore, io sto sempre sulla linea del dovere del funzionario».

Ma per i fedelissimi della prima cittadina è tutto chiaro. Non si tratta dell’efficiente macchina amministrativa che fa rispettare le regole. È altro. Questo è ciò che dice il consigliere Dapit nella telefonata con la stessa Gervasi: «Questo è un attacco all’amministrazione e l’amministrazione risponde». Tesi confermata anche dalla stessa sindaca, «è un atto politico». Eppure la Rosa Dei Venti avrebbe incassato cifre considerevoli. Era un ottimo business. Tanto che due colleghi di Polidoro, intercettati nell’auto di servizio, sostengono che «avrebbe ricavato, grazie al sub affitto del chiosco una somma “in nero”, pari a circa 300-400 mila euro».
Ma altre conversazioni interessanti vengono registrate dai carabinieri il 13 marzo 2020. Quando Gervasi chiama Ganci, l’uomo è il punto di riferimento della maggior parte degli imprenditori balneari di Sabaudia.

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Il sindacalista

«Quest’ultimo (Ganci) manifestava preoccupazione per il provvedimento di decadenza della concessione dello stabilimento di “Tony l’egiziano” e per la revoca dell’autorizzazione del chiosco “Rosa dei Venti”». «Io ti ho chiamato perché sono preoccupato per la situazione che abbiamo, noi stiamo cercando di lavorare per trovare dei rimedi ma intanto dagli uffici del Comune arrivano le revoche». La Gervasi durante la conversazione rassicurava il suo interlocutore: «Guarda per le concessioni, adesso arriva la revoca del provvedimento». Ma Ganci «introduceva abilmente nel discorso dei canoni demaniali - sottolinea il gip - l’interessamento di Giovanni Secci, avversario politico della Gervasi. Faceva comprendere al primo cittadino che la revoca del provvedimento nei confronti dei balneari sarebbe stato fondamentale per mantenere il potere politico». «La Gervasi rispondeva stizzita all’interessamento di Secci, confermando che avrebbe continuato a tutelarli».
 

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