Sanità Lazio, case e ospedali di comunità: ecco le strutture del nuovo piano. Dove saranno e come funzioneranno

Sanità, ecco le 60 strutture del nuovo piano a Roma: dove saranno e come funzioneranno le Case di comunità
Sanità, ecco le 60 strutture del nuovo piano a Roma: dove saranno e come funzioneranno le Case di comunità
di Francesco Pacifico
Mercoledì 16 Febbraio 2022, 14:23 - Ultimo agg. 17 Febbraio, 12:23
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Sono l'evoluzione delle vecchie (e a dirla tutta) mai decollate case della salute. L'avamposto con il quale il Lazio vuole rimodulare la sanità di prossimità, quella nei quartieri e nei comuni più piccoli, per aumentare i livelli di prevenzione e ridurre al minimo il ricorso agli ospedali. Opzioni quando mai necessarie dopo il Covid.

Al centro del nuovo piano sanitario che il Lazio finanzierà con il Pnrr (valore complessivo 550 milioni di euro) ci sono 170 case di comunità. Sessanta delle quali soltanto a Roma.

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La filosofia

Nicola Zingaretti, martedì 15 febbraio (durante il faccia a faccia con il direttore Massimo Martinelli che ha dato il via agli appuntamenti di "Controcampo" su Messaggero tv) non a caso ha parlato di «una nuova sanità di territorio».

E il governatore ha anche aggiunto: «Nel Pnrr abbiamo già programmato, e sono finanziate, nuove strutture territoriali per cui a Roma ci saranno 60 Case di comunità, e altre 56 nella Città metropolitana: ovvero presìdi con ambulatori per prestazioni di prima necessità, dalle analisi agli psicologi».

Che cosa sono

Con una spesa complessiva di 165 milioni di euro, le nuove case di comunità nasceranno entro il 2025. Come detto, si punta a rivoluzionare l'erogazione delle prestazioni sanitarie. Si vuole, in un'unica struttura, erogare tutti i servizi basilari, mettendo in campo medici di medicina generale, pediatri, specialisti ambulatoriali come cardiologi o ortopedici, da affiancare a operatori come logopedisti, fisioterapisti e tecnici della riabilitazione.

Quindi screening e riabilitazione, anche per dare in tempi rapidi (e vicino casa) le cure soprattutto ai malati cronici e più anziani. In questo schema centrali saranno gli "infermieri di famiglia", che in collaborazione con le centrali uniche per le prenotazioni (come l'odierno Recup) indicheranno ai pazienti a chi rivolgersi e quali prestazioni sono necessarie.

La mappa

L'obiettivo della Regione è creare una casa di comunità ogni 20mila abitanti. Infatti, riammodernando le vecchie case delle salute o costruendo nuove realtà, queste strutture sorgeranno nella Asl Roma 1 a piazzale dei Partigiani, viale Angelico, Circonvallazione Nomentana, via dei Frentani, Porta di Roma, via Cassia o viale Tor di Quinto. Nella Roma 2 ecco, tra le altre, via Pietralata, via del Frantoio, via Casal Dei Pazzi, via della Rustica, via Niccolò Forteguerri, via di Torre Spaccata, via Antistio via del Casale de Merode e Via Ardeatina.

Per quanto riguarda la Roma 3, solo per citare le principali, le case di comunità saranno dislocate tra via Casalbernocchi, largo Quadrelli a Corviale oppure via Ramazzini. Quindi, in Centro come in periferia, anche in territori dove gli attuali presidi sono spesso sguarniti di medici e di attrezzature. Nelle case di comunità saranno chiamati ad avere un ruolo centrale anche i medici di base. In cambio di attrezzature all'avanguardia e di studi meglio organizzati, la Regione punta a trasferire in queste realtà la medicina generale.

I medici

Al riguardo nota Pier Luigi Bartoletti, numero uno nel Lazio della Fimmg (Federazione italiana medici di medicina generale): «Prima di aderire, vogliamo capire bene il progetto e le opportunità professionali. Può essere interessante se riduciamo la filiera nell'erogazione dei servizi, ma rischia di risultare un flop come le case della salute se non ci saranno tutti i professionisti necessari. In Spagna e in Portogallo hanno seguito la stessa direzione, poi sono finiti i soldi. Con il risultato che chi poteva permetterselo, si è rivolto alla medicina privata, mentre i più poveri hanno continuato ad affollare gli ospedali».

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