Roma, piano anti-Covid: dall'Esquilino a Pineta Sacchetti tutti in classe nelle parrocchie

Roma, piano anti-Covid: dall'Esquilino a Pineta Sacchetti tutti in classe nelle parrocchie
Roma, piano anti-Covid: dall'Esquilino a Pineta Sacchetti tutti in classe nelle parrocchie
di Fabio Rossi
Venerdì 10 Luglio 2020, 07:59
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Enti locali e presidi: tutti insieme (ben poco appassionatamente) per reperire spazi vitali per poter ripartire, il 14 settembre, con l'anno scolastico. E diventano quindi una risorsa importante le 337 parrocchie romane, messe a disposizione dalla Diocesi per ospitare banchi (e allievi) degli istituti romani. Entro la prossima settimana si avrà il quadro definitivo delle disponibilità - oratori, cortili e spazi interni - quando tutti i parroci avranno risposto alla lettera inviata dal prelato segretario generale del Vicariato, monsignor Pierangelo Pedretti. Ma la Città metropolitana (per le scuole superiori) e i Municipi (per elementari e medie) stanno già valutando le possibilità che potrebbero arrivare dalle strutture parrocchiali: da Sant'Eusebio all'Esquilino ai Santi Martiri dell'Uganda alla Montagnola, da Santa Maria Goretti all'Africano alla Santa Famiglia a via Portuense, sono diverse le realtà che dovrebbero aderire all'appello della Diocesi.

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I PROBLEMI
«Per fortuna riceviamo queste disponibilità, anche perché dagli enti locali le risposte sono ben poco incoraggianti - spiega Mario Rusconi, numero uno dell'Associazione nazionale presidi nel Lazio - Così come avremmo bisogno di maggiore chiarezza da parte del ministero della Salute». Rusconi ricorda come l'utilizzo di spazi nelle parrocchie sia comunque legato a una corposa serie di adempimenti preventivi: dalla dichiarazione di agibilità al documento di valutazione dei rischi, dai bagni alla pulizia dei locali. «A breve avremo il quadro definitivo delle necessità di tutti gli istituti, e potremo confrontarlo con le alternative che ci saranno messe effettivamente a disposizione», dice il leader dei presidi.
I FONDI
D'altronde gli enti locali hanno margini di manovra piuttosto stretti. «Per gli interventi legati al Covid nelle scuole abbiamo fondi per 3 milioni, in tutto - sottolinea Maria Teresa Zotta, vicesindaca della Città metropolitana - Solo per rinnovare i banchi servirebbero 9 milioni, per tutti gli interventi oltre 30 milioni, forse anche di più. Qualche fondo arriverà nelle prossime settimane, speriamo». Tanto che la stessa ex Provincia di Roma, in una circolare indirizzata ai dirigenti scolastici degli istituti superiori della Capitale, precisa che «in ragione dell'insufficienza delle risorse di cui trattasi nonché della ristretta tempistica d'intervento, tutte le richieste, con riferimento anche a quelle riguardanti forniture per un ingente numero di arredi scolastici», potranno «trovare limitato accoglimento». Ma non ci sono solo problemi di natura finanziaria o di spazi. «C'è anche il tema della burocrazia, tra autorizzazioni delle Asl, dei vigili del fuoco, e della carenza di personale, tra insegnanti e bidelli che dovrebbero occuparsi delle classi che potrebbero essere frazionate», ricorda Zotta. La strada, insomma, è ancora tutta in salita.
 

 

 

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