Scuola, partenza flop: mancano 7mila prof per scienze e lingue

Scuola, partenza flop: mancano 7mila prof per scienze e lingue
Scuola, partenza flop: mancano 7mila prof per scienze e lingue
di Francesco Pacifico
Domenica 13 Settembre 2020, 23:45
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Settemila docenti ancora da reclutare e 650 classi da trovare. Tra non pochi dossier ancora aperti (ritardi nella consegna dei banchi monoposto, lavori di ristrutturazione non completati, pochi Dpi, mascherine in testa, a disposizione), la maggior parte delle scuole apre oggi tra Roma e Provincia, con un deficit di personale e di strutture. Risultato? Molti alunni - soprattutto alle superiori - non troveranno i docenti necessari per iniziare le lezioni in materie come matematica, scienze o lingue. 

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Al riguardo è indicativo quello che segnala Annalisa Laudano, presidente dell’istituto comprensivo Poseidone, a Torre Angela: «Apriremo con orario ridotto perché mancano circa 30 docenti. La parte più scoperta è il sostegno: ne mancano 21. Ci auguriamo che nei prossimi giorni arrivino». 

Complice il caos legato alle nuove regole antiCovid (più insegnanti per evitare le classi pollaio e graduatorie di fatto completate soltanto venerdì scorso), i presidi degli istituti della Capitale si ritrovano con oltre 7mila insegnanti in meno. Di questi 3.500 sono quelli che avrebbero dovuto entrare di ruolo per riempire le cattedre vacanti lasciate da chi è andato in pensione, mentre l’altra metà riguarda il cosiddetto personale di rafforzamento, necessario proprio per soddisfare il bisogno di più addetti per ampliare le classi ed evitare quelle pollaio e il ricorso alla didattica a distanza. Che in alcune scuole di Roma sarà di due giorni a settimana.

Sul fronte degli insegnanti ordinari, tocca all’Ufficio regionale scolastico, l’ex provveditorato, metterci una pezza, scorrendo dalle graduatorie esistenti per reclutare con contratto a tempo determinato le figure che mancano. Anche se i presidi, attraverso le graduatorie provinciali, possono chiamare per pochi giorni altri insegnanti in attesa della nomina ministeriale. Il che può generare ulteriore caos, con gli allievi che pochi giorni dopo l’inizio dell’anno saranno costretti a cambiare professori. Senza contare che spesso tanti prescelti risiedono fuori dal Lazio e rifiutano, non considerando conveniente il lavoro.

LINGUE E SCIENZE

Rocco Pinneri, direttore dell’Ufficio scolastico del Lazio, manda «un augurio di buon anno scolastico a tutti gli studenti», ed è «convinto che già entro la fine della settimana si arriverà alla normalità», Mario Rusconi, presidente dell’associazione dei presidi del Lazio è più pessimista: «Rischiamo di arrivare in queste condizioni anche a ottobre».
Il grosso dei problemi si registra alle superiori, dove manca circa il 50 per cento delle unità ancora da nominare. Anche perché, aggiunge Pinneri, «qui è più difficile coprire le cattedre. Sono sempre meno quelli che si laureano in discipline scientifiche come matematica, fisica e scienza. Per non parlare del fatto che chi lo fa, spesso sceglie il privato perché più remunerativo». Mancano all’appello anche docenti di francese, tedesco e - nelle poche realtà che hanno lanciato una sperimentazione - di cinese. 
Altro allarme, sul fronte dei buchi in organico, riguarda gli insegnanti di sostegno. Alle elementari come alle superiori mancano circa 1.100 educatori. «È un lavoro molto usurante - aggiunge Pinneri - Già sono pochi quelli formati adeguatamente e specializzati. Ma appena possono, visto che lo stipendio è lo stesso e l’attività è meno usurante, preferiscono trovare un posto come insegnante ordinario». 

Tra le altre emergenze, poi, la mancanza di aule per evitare assembramenti. Stando all’ultimo monitoraggio dell’ufficio regionale, ne vanno ancora trovate 650, 250 soltanto alle elementari. In alcuni casi, per non ritrovarsi in questa situazione, ci si è dovuti affidare all’ingegno. Al Nitti del Fleming, la dirigente scolastica Elisa Marzia Vitaliano, racconta: «Non ho dovuto rimodulare le classi. Anche perché un genitore architetto ha progettato una parete divisoria in materiale riciclato per dividere l’aula magna, che ora può ospitare due classi delle medie».

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