Da Roberto Spada a Barboncino, quei fuochi d'artificio per "festeggiare" i boss

Non solo Ostia: il "tributo" delle piazze ai boss

Piazza Gasparri a Ostia
Piazza Gasparri a Ostia
di Mirko Polisano
Giovedì 6 Ottobre 2022, 23:15 - Ultimo agg. 7 Ottobre, 10:55
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Fuochi d’artificio e criminalità. Ci sono gesti che nella mala parlano più delle parole. Messaggi precisi da far recepire senza intermediari, né troppi dubbi. E quello che è accaduto domenica sera a Ostia con i “botti” per festeggiare la scarcerazione di Roberto Spada, il boss della testata al giornalista Rai, è solo l’ultimo episodio di una lunga scia che lega i clan alle batterie pirotecniche, soprattutto a Ostia.

Lo impone la tradizione, specie quella sinti, fatta di feste a base di champagne e petardi.

Ad aprire la “saga” degli Spada sul litorale romano fu - nel novembre del 2011 - il duplice omicidio di via Forni, quello in cui furono crivellati a colpi di revolver  i pregiudicati “Baficchio” e “Sorcanera”. Un agguato che vide gli Spada, tra i mandanti e gli esecutori, salire alla ribalta del potere di Ostia e quella stessa notte, nel silenzio di un quartiere sotto choc, avvenne lo show dei fuochi d’artificio.

Roberto Spada torna libero, a Ostia festa e fuochi d'artificio per l'uscita dal carcere

In tempi più recenti, qualcuno ha fatto esplodere i “botti” anche lo scorso marzo dopo aver appreso della morte - avvenuta per cause naturali in una comunità di recupero  - di Marco Esposito, alias Barboncino, il “fedelissimo” di Diabolik e sul quale aveva puntato “El Diablo” per la pax criminale tra Spada e Fasciani. I residenti di piazza Gasparri giurano di aver sentito i fuochi anche poche settimane fa, quando fu confermato  in appello l’ergastolo per Ottavio Spada detto “Marco”, tra i più “conosciuti” della famiglia sinti ma fu ritenuto estraneo ai fatti, proprio Roberto Spada, il reggente del clan, secondo i pm. Non solo a Ostia.

NELLA CAPITALE

Anche negli altri quartieri della Capitale, i fuochi pirotecnici illuminano la città, pure di giorno. Quando il cielo di Boccea, Casalotti o Monte Spaccato s’illumina, ad esempio, vuol dire che è arrivato un carico importante e i fuochi d’artificio avvertono chi deve andare a rifornirsi che è tutto pronto.   Le famiglie che hanno in mano il malaffare e lo spaccio della droga a Roma - calabresi, napoletani, romeni, albanesi, cinesi e russi - si muovono anche così. I calabresi avvertono da San Basilio, i napoletani da Acilia e Roma sud, ognuno ha sua zona: Casalesi, Casamonica, ‘ndrangheta, Fasciani e anche gli Spada.   

Roberto Spada è tornato a casa e la piazza gli tributa l’omaggio che "merita" un boss. Forse, a Ostia non è stata, ancora del tutto, voltata pagina.

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