Roma, malore in classe, muore studentessa 18enne: «Ma aveva da poco un salva-vita»

Roma, Malore in classe, muore 17enne: «Ma aveva da poco un salva-vita»
Roma, Malore in classe, muore 17enne: «Ma aveva da poco un salva-vita»
di Adelaide Pierucci e Chiara Rai
Martedì 17 Dicembre 2019, 09:33 - Ultimo agg. 21:22
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Con il salvavita impiantato a pochi centimetri dal suo cuore si sentiva più tranquilla. Ogni aritmia sotto controllo, ogni guizzo corretto, ventiquattro ore su ventiquattro. Ed invece all'improvviso il meccanismo perfetto, quel defibrillatore sottocutaneo in lei da appena due mesi non è bastato e Federica Parmigiani, una liceale di Grottaferrata, 17 anni, se ne è andata in poco più di mezzora. Il malore in classe, la corsa verso il policlinico Casilino e poi la constatazione della morte. Un drammatico caso umano che diventerà giudiziario. A piazzale Clodio, competente per territorio considerato che il decesso è avvenuto a Roma, in ospedale, è stato aperto un fascicolo. Si procede per omicidio colposo, per ora senza indagati.

Un'indagine avviata due giorni dopo la morte della giovane, quando un anatomopatologo interpellato dall'ospedale ritiene che l'autopsia, per sgomberare ogni dubbio, debba passare al vaglio dell'autorità giudiziaria. Non una iniziativa dei genitori, quindi, che distrutti e provati dalla malattia della figlia e peggio dal lutto non avevano chiesto l'avvio di accertamenti. Il pm Alessia Miele e l'aggiunto Nunzia D'Elia dispongono gli atti di routine: l'autopsia e l'acquisizione della cartella clinica.

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GLI ACCERTAMENTI
C'è un aspetto cruciale da chiarire: Federica è morta perché il defibrillatore non ha funzionato o perché il cuore malandato non ha retto? E nel caso il meccanismo non abbia funzionato quale potrebbe essere il motivo: meccanico o di impianto? Il defibrillatore è un dispositivo impiantato chirurgicamente capace di rilevare il battito cardiaco irregolare o pericoloso ed erogare uno shock salvavita per riportare il ritmo alla normalità. Una terapia affidabile che ha prolungato la durata di migliaia di vite.
La giovane si era sottoposta all'intervento a ottobre proprio al policlinico Casilino. Dopo l'intervento la studentessa del liceo Bruno Touschek di Grottaferrata era tornata dietro ai banchi di scuola, dove insegna anche la madre. Come sempre dolce, partecipe, battagliera, solare.

IL SOCCORSO
Martedì invece quel malore improvviso che ha gelato docenti e compagni. I pianti, la preoccupazione, le preghiere, la scuola in subbuglio. La corsa in ambulanza a sirene spiegate purtroppo non è servita. Nelle prossime settimane i due consulenti nominati dalla procura, il professore Antonio Oliva, medico legale del Policlinico Gemelli, e il collega Vincenzo Arena, ricercatore di anatomia patologica, dovranno fornire le conclusioni dell'autopsia eseguita venerdì presso l'istituto, tenendo conto anche degli accertamenti di un esperto cardiologo. Grottaferrata e Frascati intanto si preparano a salutare Federica, e ad abbracciare la sua famiglia. I funerali si terranno domani alle 15 nella cattedrale San Pietro di Frascati.

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Al liceo Federica Parmigiani viene ricordata come una ragazza innamorata della recitazione. Si stava preparando per affrontare a giugno la maturità e faceva parte di una compagnia teatrale, partecipava ai laboratori e alle iniziative senza risparmiarsi, nonostante la malattia. Di lei resta un profilo Instagram e una frase da tradurre dall'inglese: «Perché tu sei la guerriera e la forza è venuta perché non c'era altra soluzione». Già altre volte Federica non si era sentita bene eppure non si risparmiava al liceo e nelle attività didattiche ed extra. «Siamo vicini alla famiglia», ha fatto sapere il sindaco di Grottaferrata Luciano Andreotti, «Federica amava lo studio, il teatro, era una ragazza piena di vita. Questo è un dolore immenso e non ci sono parole ma soltanto affetto e vicinanza ai genitori».
 

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